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Piccoli cambiamenti crescono

Scambiare vestiti usati salverà il mondo?

È una delle tendenze che stanno emergendo, gli swap party, vale a dire lo scambio di vestiti usati (nei mercatini, durante feste o iniziative ad hoc); al momento è ancora una delle piccole attività che alcuni sparuti gruppi di persone iniziano a organizzare, ma il senso che si trasmette è significativo: la sovrapproduzione del settore tessile, con milioni di capi a basso costo e di pessima qualità, inquina il pianeta, sfrutta le persone e soprattutto fa chiudere aziende e negozi, spesso locali, che invece rispettano l’ambiente e i lavoratori. Meglio allora acquistare alcuni capi in meno ma di qualità, eventualmente rinnovandoli attraverso piccoli lavori di sartoria, oppure aggiornare il guardaroba a costo zero di tanto in tanto, scambiando alcuni abiti, come piacevole abitudine, senza cadere nella trappola del tessile “a buon mercato” della ultra fast fashion. Accessibilità non deve necessariamente fare rima con prodotti scadenti e, con un po’ di ingegno, il risultato è alla portata di tutti.

E mangiare cioccolato?

Le piccole tavolette di cioccolato del commercio equo e solidale hanno fatto la loro comparsa pochi decenni fa, grazie all’azione di nicchie di persone più sensibili al tema. Risultato: attualmente il Fair Trade si è guadagnato una fetta di mercato stabile nel commercio internazionale, dando lavoro e opportunità a tante persone in tutto il mondo.

Anche grandi negozi come quello della cooperativa il Sole e la Terra di Curno, in continua crescita e ampliamento a servizio dei soci e di filiere produttive biologiche e sostenibili, sono nati dall’esperienza di piccoli gruppi di acquisto solidale, evoluti in non pochi casi in cooperative, empori, distretti o mercati di produttori.

Le cooperative della rete Cauto di Brescia divengono non solo buone pratiche d’impresa, ma vengono premiate con riconoscimenti che le annoverano alla stregua di grandi aziende nazionali innovative.

La novità delle Comunità energetiche rinnovabili, in grado di connettere famiglie e attività commerciali in ogni piccolo comune, stanno crescendo per ottimizzare i consumi di energia pulita, unitamente ad altre iniziative imprenditoriali già attive nell’economia verde: l’indiscusso predominio delle fonti fossili di qualche decennio fa, ha lasciato oggi il posto a un mix energetico più equilibrato, che sta continuando a rivolgersi sempre più verso le fonti rinnovabili.

Aziende che operano nei settori green stanno diventando primari player nazionali e internazionali, creando le basi per quelle lobby “buone”, necessarie per contrastare il potere dei gruppi di pressione più conservatori, per consentire alla politica di spingere nella direzione di un’economia più responsabile e capace di innovarsi, senza rimanere sotto ricatto delle lobby dell’economia tradizionale.

Tanti piccoli Comuni Ricicloni crescono, ogni anno, in numero e in percentuali di raccolta differenziata, e generano un poderoso settore industriale di recupero e riciclo di materia, all’avanguardia in Europa e nel mondo. Quando un sistema riesce a mettere in proficua relazione piccole e grandi aziende virtuose, innovative politiche pubbliche con le esperienze dal basso di gruppi di cittadini, si può generare un’economia solida e di valore, come la realtà dimostra in numerosi casi concreti, tutti da leggere nelle pagine di questo giornale.

La precondizione è una maggiore conoscenza della complessità del sistema e dei fattori sottostanti la superficie dei fenomeni; necessario è stimolare in sempre più persone una forma mentis capace di esplorare e cogliere le sfuggenti ma profonde connessioni che non appaiono evidenti, eppur esistono, fra la tavoletta di cioccolato del commercio equo solidale e le comunità energetiche rinnovabili, tra le pratiche delle immersioni forestali e lo scambio di vestiti usati. Perché le proposte di cambiamento servono tutte, piccole e grandi, serve compiere tanti passi diversi, in qualunque direzione, anche occasionali e sperimentali: non possiamo sapere oggi quali di questi passi potranno innescare percorsi virtuosi domani. Sappiamo di certo, però, che chi non muove un passo, difficilmente imboccherà la strada giusta.

Diego Moratti

 

 

Ottobre 2024

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