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A che cosa serve Expo

A che cosa serve Expo

Fiera, Esposizione, Summit politico. Cos’è davvero l’Expo?

È la domanda che in tanti si fanno e a cui purtroppo pare difficile dare una risposta, soprattutto alla luce dei fatti di cronaca che hanno caratterizzato e continuano a caratterizzare l’organizzazione dell’Evento.

Come ogni grande evento, dalle olimpiadi in Cina ai giochi olimpici invernali di Soči, passando per gli Europei di calcio polacco-ucraini e i più recenti mondiali in Brasile, l’Expo milanese non è esente da critiche per quanto riguarda la pianificazione e la realizzazione delle infrastrutture, il coinvolgimento della popolazione e delle realtà locali, la riconversione delle opere una volta terminato l’evento e non ultimo la destinazione di 110 ettari di terreno agricolo all’edificazione di infrastrutture e la costruzione di tre arterie autostradali (la Tangenziale Esterna Est Milano, la BreBeMi e la Pedemontana), in progetto da anni, che hanno causato la perdita di 1600 ettari di terreno agricolo, l’equivalente di 2.200 campi da calcio.

Cosa sono le Esposizioni Universali?

Le Esposizioni Universali nascono nel 1851, in piena Rivoluzione Industriale, proprio come strumento per mostrare l’economia, il progresso tecnico e la potenza delle nazioni industrializzate. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, in particolare con l’Esposizione di Bruxelles del 1958 “Bilancio di un mondo, per un mondo più umano”, le Esposizioni Universali si trasformano in uno strumento di promozione politica, economica e sociale non solo dei paesi ospitanti, ma di tutta la comunità mondiale riunita attorno ad un tema di interesse collettivo. Oggi quindi le esposizioni universali vogliono essere eventi predisposti alla ricerca di innovazioni e soluzioni che possano risolvere sfide globali. Ed è proprio a questo che dovrebbe servire l’Expo di Milano, come si legge nel documento di presentazione: “proporre soluzioni nuove e reali per garantire a ogni persona il diritto a un’alimentazione sufficiente, sana e sicura, dando priorità alla sostenibilità ambientale, sociale ed economica nell’agroalimentare”.

Non ci si può aspettare da Expo 2015 la soluzione del problema della fame nel mondo. Quel che è certo però è che l’Evento porterà all’attenzione dell’opinione pubblica di tutto il mondo le tematiche dell’alimentazione, della fame e dell’uso delle risorse, ridando al cibo quella sacralità di cui ha parlato Ermanno Olmi, che nell’epoca dei talent show di cucina, dei Masterchef, delle sfide a chi mangia peggio o di più, sembra andata perduta. Perché uno dei principali problemi, il diritto al cibo, è drammaticamente semplice: sulla Terra c’è cibo a sufficienza per tutti, ma sono più di 800 milioni a soffrire la fame.

Arianna Corti

Marzo 2015

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