feedFacebookTwitterlinkedinGoogle+

infoSOStenibile

È nato prima il vino o il bicchiere?

È nato prima il vino o il bicchiere?

A ciascun vino il suo bicchiere

Nell’antichità l’uomo primitivo beveva il vino nelle corna rovesciate degli animali, costume conservato anche dai barbari, oppure in grosse conchiglie marine come era usanza nell’antica Grecia.

Nel tempo furono ricavati altri recipienti, lavorando il legno o incavando la pietra. Tuttavia anche queste modalità non erano le migliori per degustare il nettare degli dei, perché il legno riscalda e assorbe mentre la pietra e i metalli raffreddano.

Il bicchiere come lo intendiamo noi fu creato dagli Egizi e fu portato in Occidente dalle legioni romane che in Siria impararono l’arte vetraria.

Bere vino in un bicchiere nell’antica Roma imperiale voleva dire appartenere alla schiera di ricchi intenditori raffinati. Per gustare e apprezzare il vino di qualità, i bicchieri (dal tardo latino “bicarium” a sua volta debitore al greco “bikos”) sono molto importanti perché il colore, la forma e la materia prima di cui sono composti possono influire positivamente o negativamente sia sullo svilupparsi degli aromi, sia riguardo ai sapori.

I bicchieri migliori sono di sottile cristallo, che permette al vino di riflettere tutta la luce possibile, mentre meno pregiato è il vetro.

Il bicchiere deve essere trasparente, senza sfaccettature o sporgenze, privo di motivi ornamentali affinché si possa esaminare meglio il colore del vino.

La migliore forma per un bicchiere da degustazione è quella a calice, che ha sempre avuto una connotazione rituale, sia nel convivio sia nella liturgia. Il calice, inoltre, poiché viene impugnato dallo stelo, non altera la temperatura del vino.

I bicchieri infatti devono avere la stessa temperatura del vino che verrà servito in essi: quelli dedicati allo spumante dovranno perciò essere freddi e quelli per i vini rossi a temperatura ambiente.

La forma rotonda consente inoltre di farlo ruotare agevolmente per ossigenare il vino, imprigionato a lungo in bottiglia. In questo modo si espande il bouquet, ovvero l’insieme delle sensazioni olfattive, ma si valuta anche il tenore alcolico e la ricchezza di glicerina.

Ogni tipo di vino richiede quindi un bicchiere adeguato.

Calice grande e panciuto

Riservato ai grandi vini rossi lungamente invecchiati che prima di essere degustati devono preferibilmente fare un passaggio nel decanter, dove si possono ossigenare in modo che questo tipo di vino riesca in breve tempo a esprimere tutti i suoi pregi di bouquet e sapore.

Calice a forma di tulipano slanciato

Ideale per i vini bianchi sapidi. Leggermente più grande si usa per i rossi novelli o giovani, oppure per i rossi classici mediamente invecchiati. Per i vini bianchi frizzanti è meglio usare un bicchiere più arrotondato, allungato, con l’orlo leggermente svasato.

Calice di piccolo formato 

Particolarmente adatto per i vini da dessert, presenta una forma tondeggiante che tuttavia si restringe verso l’altro per conservare al meglio l’aroma. Le piccole dimensioni sono determinate dal fatto che essendo questi vini di notevole gradazione alcolica, se ne beve in minore quantità.

Flûte

Noto anche come “bicchiere ad angelo” ha una forma stretta e slanciata che permette di mantenere la persistenza delle bollicine, ideale per gli spumanti secchi. Gli spumanti dolci vanno invece serviti nei bicchieri a forma di coppa che ricordano atmosfere anni Trenta.

 

Alice Motti

Ottobre 2015

Articoli Correlati

Incontri, scambi, momenti formativi e ludici hanno arricchito la nuova edizione della...
Dal 21 giugno al 12 luglio torna il festival organizzato da Legambiente Bergamo che...
Il recente libro di Elena Granata evidenzia come le donne abbiano sempre maturato un...
Al Polaresco l’1 e il 2 giugno un fine settimana dedicato ad ambiente, natura e cura del...