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Amianto in Lombardia Incentivi e sgravi fiscali per il 2016

Amianto in Lombardia  Incentivi e sgravi fiscali per il 2016

La bonifica totale dell’amianto è ancora lontana, per questo occorre aumentare gli sforzi attivi per far fronte all’emergenza

“Un posto sicuro” è il titolo del film di Francesco Ghiaccio divenuto negli scorsi mesi il manifesto della lotta per tutte le vittime dell’amianto e, in particolare, della città di Casale Monferrato, comune piemontese devastato dalla lavorazione di questo minerale letale.

Un racconto dal carattere locale che, tristemente, fotografa una tragedia nazionale ancora lontana dall’esser superata: in Lombardia, la data limite per la bonifica totale dell’amianto era stata fissata a gennaio 2016. In tale data, erano 3 milioni le tonnellate di materiale ancora da smaltire. Il cammino è ancora lungo dunque e uno studio condotto in Monza e Brianza dal Comitato paritetico di Controllo e Valutazione del Pirellone ce ne dà la misura: ci vorranno almeno altri dieci anni prima che la zona possa dirsi libera da amianto.

Con il passare degli anni, la difficoltà di raggiungere gli obiettivi prefissati dal PRAL (Piano Regionale Amianto Lombardia) si è fatta sempre più evidente, così come la necessità di aumentare gli sforzi attivi per far fronte all’emergenza. Secondo i dati raccolti dalla Camera di Commercio di Milano, su un totale di 243 aziende che si occupano della gestione e della bonifica dell’amianto, 42 si trovano in Lombardia e la loro presenza è cresciuta del 56% negli ultimi quattro anni.

La bonifica, infatti, deve essere effettuata da operai e ditte autorizzate, nel rispetto delle procedure tecniche per la salvaguardia dei lavoratori e per la prevenzione dell’inquinamento ambientale. Il principale pericolo legato all’amianto è la diffusione delle sue fibre nell’ambiente e il suo conseguente deposito nei terreni, nelle acque e nei polmoni delle persone, origine di malattie quali l’asbestosi e il mesotelioma.

La lotta contro l’amianto ha ufficialmente inizio nel 1992 con la Legge 257, nella quale viene sancita la messa al bando del materiale e della sua estrazione, importazione, commercializzazione e produzione.

La strada, in salita, prevede ora la rimozione di tutto il materiale presente sul territorio europeo entro il 2023. Nonostante l’eliminazione dell’amianto sia obbligatoria soltanto in presenza del materiale in matrice friabile (l’obbligo non scatta in caso di amianto in matrice compatta all’interno di edifici in buone condizioni), alcuni sgravi fiscali e finanziamenti puntano a incentivare la rimozione e la messa in sicurezza da parte di privati e aziende.

La Legge di Stabilità 2016 ha confermato la possibilità di usufruire delle detrazioni fiscali del 50% per le ristrutturazioni e del 65% per gli interventi volti a migliorare le prestazioni energetiche degli edifici (Ecobonus), in entrambi i casi con un tetto massimo di spesa pari a 96mila euro.

Possibilità di agevolazioni anche per le aziende: il bando ISI 2015 di Inail mette a disposizione delle imprese 276 milioni di euro per la rimozione dell’amianto. Il contributo è a fondo perduto ed è pari al 65% della spesa sostenuta, per un tetto massimo di 130mila euro ad azienda per interventi relativi alla sicurezza. Si può accedere al finanziamento fino a esaurimento dei fondi.

Per ottenerlo, è possibile presentare domanda online sul sito dell’Inail fino al 5 maggio 2016. Dal 12 maggio le imprese che hanno raggiunto la soglia minima di ammissibilità, fissata a 5mila euro, potranno scaricare il proprio codice identificativo, mentre dal 19 maggio il sito dell’Inail indicherà le date e gli orari per l’invio allo sportello automatico delle domande di ammissione al contributo , da effettuare appunto tramite codice identificativo. Per ulteriori informazioni: www.inail.it

Martina Pugno

Aprile 2016

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