La conoscenza ci spinge a viaggiare, la responsabilità ambientale a farlo in modo sostenibile
L’opportunità di scoprire il territorio e quella di spostarsi rispettando la bellezza dell’ambiente che ci circonda viene offerta dall’ecoturismo, una forma di turismo – lo dice la parola stessa – incentrato sull’impegno sociale e ambientale per cui è importante abbattere i consumi e l’inquinamento dovuto ai viaggi e alle strutture in cui alloggiare.
Ogni anno, in tutto il mondo, più di un miliardo di individui si sposta dalla propria abitazione per concedersi una vacanza, poco meno di 48 milioni di questi turisti soggiornano in Italia. Con questi numeri è chiaro che parlare di turismo sostenibile stia diventando una necessità e una risorsa sempre più importante per salvaguardare il delicato equilibrio del nostro pianeta.
Le dinamiche di viaggio valutate dalla Fondazione UniVerde e pubblicate nel VI Rapporto “Gli italiani, il turismo sostenibile e l’ecoturismo”, diffuso presso la Borsa Internazionale del Turismo di Milano durante il convegno “Il futuro del turismo è sostenibile”, chiariscono e confermano che il 74% degli italiani considera eticamente corretto, facilmente applicabile e doveroso il turismo responsabile.
Per l’ecoturismo, ovvero una forma di turismo che tutela l’ambiente cercando di ridurre il consumo energetico nel rispetto e nella valorizzazione delle risorse naturali e storico culturali del territorio, il 67% dei partecipanti al sondaggio è disposto a rinunciare all’automobile per le vacanze e a spendere tra il 10 e il 20% in più per organizzare soggiorni a basso impatto ambientale.
Viaggiare per conoscere, ma in modo sostenibile
Sempre il rapporto UniVerde dimostra che l’arricchimento culturale (46% delle preferenze) e la scoperta di nuovi paesi e culture (44%) spingono la maggior parte dei turisti a viaggiare, attratti dalle bellezze storico artistiche (61%) e dal paesaggio (60%) delle mete che vengono scelte.
Ciò non toglie che gli italiani abbiano la piena consapevolezza delle emergenze che riguardano i danni inferti dal turismo di massa all’ambiente, tra cui la cementificazione e la speculazione edilizia (58%) prima ancora dell’inquinamento (21%), e che il 46% degli intervistati riconosca nell’atteggiamento sostenibile un’opportunità di crescita economica per le aree turistiche.
Il XXII Rapporto Nazionale sul turismo natura, redatto da Enit, Istat, Osservatorio Ecotour e dall’Università dell’Aquila rivela che l’ecoviaggio è ormai una scelta trasversale; adatto a tutte le fasce d’età, il 52% degli utenti degli spostamenti responsabili sono famiglie e giovani coppie (tra i 31 e i 60 anni), con una capacità di spesa media.
Le gite in bicicletta sono quelle più gettonate (il 29% delle preferenze), seguite dal trekking (25%) e dall’escursionismo (24%), mentre stanno lentamente facendo breccia tra le attività tradizionali all’aperto gli sport come l’animal watching, l’osservazione degli animali nel proprio habitat, che contano l’8% delle preferenze.
Le active holiday
I dati dimostrano quindi che con l’arrivo della bella stagione i turisti si rifugiano nelle aree protette e in tutti quei luoghi dove è possibile preservare l’ambiente e l’economia dei territori, per questo l’ecoturismo sta attirando un tale e vasto bacino d’utenza da rendere ormai inadeguata la definizione di turismo di nicchia. Il successo di questo tipo di viaggio è da attribuire alle numerose offerte, le cosiddette “active holiday”.
Le vacanze attive, infatti, propongono una serie di sport e attività per tenersi in forma, rilassarsi e trovare il proprio equilibrio in armonia con l’ambiente che ci circonda. Per questi tuffi nella natura il rapporto Ecotour precisa che il 33% degli italiani sceglie brevi tour in giornata, il 26% preferisce passare un intero fine settimana nella natura, mentre le vacanze settimanali non raggiungono il 13% delle valutazioni. Questo perché il 46% dei visitatori proviene dalle aree limitrofe a quella di destinazione e il 37% da territori extra regionali.
Tra i luoghi scelti per il pernottamento, il 36% degli ecoturisti sceglie i b&b, il 34 le strutture alberghiere e solo il 31 gli agriturismi, quest’ultimi soprattutto per la capacità di mantenere inalterato il territorio e le tradizioni enogastronomiche locali. Per i più piccoli non dimentichiamo poi le fattorie didattiche, il luogo migliore per far approcciare i bambini al mondo della natura e al rispetto ambientale.
I Parchi nazionali meta preferita del turista responsabile
Non è un caso che le destinazioni più rappresentative del turismo naturalistico siano i Parchi nazionali e le aree protette, confermando una tendenza rafforzata dalle difficoltà economiche e da una sempre maggiore sensibilità sui temi della sostenibilità ambientale e del rispetto della natura.
Su questo aspetto, Coldiretti sottolinea come dal 2007 allo scorso anno il turismo legato alla natura sia aumentato del 21%, una crescita che non accenna ad arrestarsi e che, soprattutto durante le belle stagioni, porta alla scoperta di una nuova forma di turismo a chilometro zero, proponendo mete vicine e spesso raggiungibili in bicicletta o a piedi.
Il successo di questa formula è da attribuire ai costi contenuti, al valore sociale e educativo e soprattutto – questo è il caso del nostro paese – alla pluralità di mete. Solo l’Italia infatti vanta 871 parchi e aree protette che coprono il 10% del territorio nazionale.
Se volessimo dare uno sguardo al mondo, i numeri delle aree protette che troveremmo sarebbero veramente importanti. 209 mila aree tutelate, il 15,4% della superficie terrestre e il 3,5% di quella marina, a cui devono sommarsi tutte quelle zone non incluse nelle liste mondiali ufficiali ma ritenute protette dalle comunità locali.
La scelta giusta per un viaggio a basso impatto ambientale
Il nostro è un mondo prezioso, ricco di bellezze naturali che devono essere preservate, protette dalle azioni che porterebbero alla distruzione del fragile equilibrio degli ecosistemi. Per questo motivo, il turista responsabile deve rispettare l’ambiente che va a visitare, scegliendo delle strutture ricettive sensibili alla salvaguardia del luogo in cui offrono i loro servizi.
Con l’estate alle porte scegliamo dunque di passare una giornata in uno dei Parchi nazionali o regionali che dal Parco della Sila a quello che Gran Paradiso, dal Parco dello Stelvio a quello del Gargano costituiscono e arricchiscono il nostro patrimonio paesaggistico.
Poi se è di un soggiorno più lungo quello di cui abbiamo bisogno, Legambiente assegna all’Emilia Romagna, alla Toscana e all’Abruzzo l’Oscar dell’ecoturismo 2016. In queste regioni, 9 aree protette e 26 strutture ricettive d’eccellenza nell’ambito del turismo sostenibile sapranno confezionare la proposta ideale per tutti i turisti amici dell’ambiente.
Ilaria D’Ambrosi
I numeri del Turismo Responsabile
(Rapporto della Fondazione UniVerde)
Cosa spinge i turisti a viaggiare?
46% Arricchimento culturale
44% Scoperta di nuovi paesi e culture
(Rapporto Ecotour)
Quali sono le cause dei danni ambientali legati al turismo?
58% Cementificazione e speculazione edilizia
21% Inquinamento
Quanto dura il “viaggio verde”?
33% Brevi tour in giornata
26% Un intero fine settimana
13% Vacanza settimanale
Quale tipologia di alloggio per gli ecoturisti?
36% B&B
34% Strutture alberghiere
31% Agriturismi