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Il vino si beve, si degusta, si indossa

Microbe

Micro‘Be’ un nuovo progetto di “moda fermentata” e sostenibile

Si chiama “fermented fashion” il risultato del progetto inaugurato nel 2006 da una ricerca della University of Western Australian guidato da Gary Cass, pioniere di molti studi in ambito agricolo e biologico. Lo scienziato è attivo membro di Bioalloy, un ambizioso progetto che ha dato origine a Micro‘Be’, una nuova avventura nell’ambito della produzione dei tessuti e nel panorama del fashion system.

Micro‘Be’ è il nome attribuito al materiale che il dottor Cass, in collaborazione con l’artista Donna Franklin, ha ricreato a partire dal processo di fermentazione delle bevande alcoliche, da cui l’origine della definizione “fermented fashion”. Gli Acetobacter sono una tipologia di batteri presente nei prodotti zuccherini che possiedono la capacità di trasformare l’etanolo in acido acetico in presenza di ossigeno. Tali batteri compiono un’azione sul vino attraverso la quale formano un microfilm, sorta di velo semi gommoso, composto da filamenti di cellulosa che Cass ha notato essere molto simili al cotone. L’idea è stata estrarre i filamenti e disporli direttamente su alcuni manichini in modo da far assumere loro la conformazione desiderata. Quando il materiale si asciuga assume il colore della bevanda alcolica dal quale è stato estratto: rosso porpora se proviene da vini rossi, bianco per i vini bianchi e ambrato per la birra.

L’utilizzo di questo materiale al 100% naturale e sostenibile è una certezza, ma ci sono ancora alcuni passi da compiere prima di lanciarlo ufficialmente sul mercato. La prima problematica riguarda la totale mancanza di flessibilità del tessuto che crea problemi di adattabilità al corpo e quindi di effettiva vestibilità, aspetto fondamentale nei tessuti utilizzati per i capi d’abbigliamento. Il secondo problema, da non sottovalutare, è l’odore acre, simile a quello dell’aceto, che resta imperniato all’interno del tessuto. Tuttavia il team del dottor Cass non intende demordere e sta compiendo degli studi approfonditi al fine di migliorare le qualità di Micro ‘Be’ e iniziare a utilizzarlo nel campo degli indumenti tecnici sportivi, in quanto potrebbe offrire una riduzione dell’attrito.

I test sono ancora in corso, ma il progetto si inserisce nel trend della creazione di tessuti naturali ed ecologici in grado, grazie alle loro caratteristiche specifiche, di essere impiegati in molteplici usi.

Il mondo del vino è spesso protagonista di ricerche e innovazioni, come si evince leggendo tra la sezione “enocuriosità” del sito www.saperedivino.it, ideato e gestito da due giovani enologi. Si auspica quindi che in un futuro il vino si possa bere, degustare e anche indossare, sfruttandone così tutte le potenzialità.

Elena Pagani

Giugno 2015

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