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Insieme al DessBg per costruire comunità territoriali solidali

Il lavoro del Distretto di Economia Sociale Solidale bergamasco per la trasformazione generativa dell’economia, della cultura e della politica

La scelta di Bergamo come sede dell’assemblea nazionale della Ries (la Rete italiana dell’economia solidale) nel mese di marzo è un riconoscimento importante del lavoro che i soci del Distretto bergamasco di economia sociale solidale stanno facendo sul territorio. Sono tre i filoni lungo i quali il progetto si sta realizzando: la cultura, l’economia, gli enti locali. Su tutti questi terreni d’iniziativa la sfida è quella di allargare lo spazio di chi crede che sostenibilità, partecipazione, territorio, solidarietà siano i valori attorno ai quali fondare e costruire nuove istituzioni civili attorno all’idea dei beni comuni.
 
Le scuole e l’Università

Sul tema della formazione e della cultura il Dess Bg è presente nel suo primo anno di vita in più di venti istituti scolastici, che hanno risposto all’appello fatto ai formatori negli scorsi mesi: se la transizione ecologica e sociale è il passaggio da questo mondo in crisi a uno più sostenibile e più umano, è chiaro che servono competenze, abilità e strumenti adeguati alla complessità della situazione. La costruzione di nuovi paradigmi è un’avventura difficile, ma bellissima ed entusiasmante, e i cantieri formativi del DessBg vanno proprio in questa direzione. Infine, con il recente patto di collaborazione firmato con l’Università di Bergamo, si è data ai temi della ricerca e dei nuovi saperi una solida cornice di riferimento. Cultura, infine, è anche arte: è per questo che il primo aprile è stato organizzato in collaborazione con Pandemonium Teatro uno spettacolo sulla vita di Adriano Olivetti, la cui idea di impresa era profondamente legata a quella di un’economia di comunità.

I sistemi economici locali

Dalla cultura all’economia, nei prossimi mesi il Distretto di economia sociale solidale bergamasca intraprenderà un viaggio sui diversi territori per incontrare consumatori critici e produttori sostenibili, in un percorso nato in collaborazione con i soci della Rete Gas Bergamo e di Mercato&Cittadinanza.

L’obiettivo è quello di mappare, accompagnare e, dove possibile, rafforzare i sistemi solidali di economia locale. L’economia solidale è infatti al centro di importanti trasformazioni: da un lato, durante la pandemia, si è fatta strada la consapevolezza dell’esigenza di un nuovo modello di sviluppo economico e sociale, dall’altro la lunga storia ecosolidale si sta confrontando con nuove sfide e forme di consumo critico: non solo food, ma anche prodotti finanziari, energetici, assicurativi, green public procurement e via dicendo.

Anche la ricerca presentata dalla Ries nel mese di febbraio (“Che fine hanno fatto i Gas?”), svolta da Francesca Forno e Paolo Graziano, mette in evidenza questi cambiamenti rimarcando la necessità di “ri-politicizzare” i gruppi di acquisto e di rendere palese il senso e la prospettiva di cambiamento che si vuole perseguire. C’è quindi un gran lavoro da fare e partire dai gasisti e dai mercati locali significa riconoscere centralità al territorio, ai gruppi, alle famiglie, alle comunità dei mercati e alle esperienze che attorno ad esse si sono radicate.

Sarà un viaggio di ascolto e di proposta, sia per verificare come migliorare e arricchire la distribuzione dei prodotti sostenibili sia per riflettere attorno ai disciplinari dei diversi mercati, immaginando una rete provinciale che sappia rispondere alle nuove richieste che diversi Comuni stanno avanzando e possa trovare nuovi produttori: il percorso nei territori si concluderà il prossimo 18 giugno con un confronto con i ricercatori nazionali che hanno studiato l’evoluzione dei Gas negli ultimi due anni.

Le alleanze con gli enti locali

Dal seminario internazionale “Just green” svoltosi a Mozzo nel novembre scorso il DessBg ha sviluppato una serie di relazioni e progettualità con gli enti locali. Il primo importante percorso riguarda il tema delle Comunità energetiche rinnovabili (Cer). Il 2022 si è aperto con incrementi mai visti del prezzo del gas e dell’energia elettrica, un problema che influisce in modo pesante sui bilanci delle imprese, dei cittadini e degli enti locali. Competitività, potere d’acquisto e servizi essenziali rischiano di essere indeboliti in una fase delicata della ripresa.

Insieme alle doverose risposte che vanno date a imprese e Comuni che chiedono interventi per tamponare la situazione, risulta essenziale un’accelerazione sul terreno della transizione ecologica: se la produzione di energia sostenibile fosse il 65% del fabbisogno totale, anziché il 35% di oggi, i rincari a cui stiamo assistendo impatterebbero per meno della metà. Oltre che una questione ambientale, stiamo parlando di un grande tema economico. In questo quadro, risultano lampanti le ragioni di un rilancio delle energie alternative: lo strumento introdotto con le Comunità energetiche rinnovabili rappresenta l’occasione per un deciso passo in avanti nella direzione giusta: quella dell’associazione tra cittadini, piccole e medie attività commerciali, autorità locali e imprese che decidono di unire le forze per dotarsi di impianti per la produzione e l’autoconsumo di energia prodotta da fonti rinnovabili. Lo strumento offerto dalle comunità energetiche è l’occasione per promuovere maggior consapevolezza rispetto all’utilizzo dell’energia e alla cultura della sostenibilità, offre la possibilità di innovare le forme di collaborazione introducendo elementi di solidarietà, mutualismo e welfare municipale, valorizza il ruolo delle pubbliche amministrazioni chiamate a governare il processo attraverso il coinvolgimento degli attori locali.

È per diffondere questa opportunità che il DessBg sta costruendo un dialogo importante con i Comuni bergamaschi, con la Provincia e con reti di enti locali come Agenda 21.

E sempre in alleanza con gli enti locali, il DessBg ha accettato l’invito del Comune di Bergamo e dell’assessora Marchesi a partecipare alla costruzione di un percorso verso l’appuntamento del 2023 che vedrà i territori bergamasco e bresciano alleati nell’evento della Capitale della cultura. All’interno del programma vi sarà infatti spazio per il tema della “pace”, declinata attorno all’idea di un’economia di giustizia, con particolare riferimento alla questione della finanza etica.

Nuove istituzioni civili e beni comuni

Il percorso fin qui descritto può aiutare a capire il viaggio intrapreso dal Distretto di economia sociale solidale bergamasco: costruire “nuove istituzioni civili” attorno ai beni comuni, capaci di allearsi con le istituzioni statali e sociali per condizionare quelle economiche. Il rischio da evitare è che da un lato quelle che riconosciamo come istituzioni si irrigidiscano sempre più bloccando la dinamica sociale, e dall’altro i movimenti perseguano la strada della lontananza dalla politica e della chiusura a riccio nella propria nicchia. Parlare di nuove istituzioni civili significa assumere la prospettiva indicata da giuristi e costituzionalisti come Santi Romano, Widar Cesarini Sforza, Costantino Mortati, Maurice Hauriou, che hanno spinto verso un nuovo pensiero sulle istituzioni non per forza da identificare con lo Stato, e ancora, può essere utile recuperare le lezioni di De Rita e Bonomi sulla necessita di qualcuno che costruisca “società di mezzo”. Se per “istituzione” intendiamo qualcosa attorno al quale costruire il senso e il significato del nostro vivere in società, ciò che stabilisce un ordine di valori capaci di regolare la nostra vita insieme, risulta allora chiaro come, soprattutto oggi, emerga la necessità di rifondare e ricostruire quel significato, liberandolo dai valori del neoliberismo che hanno finito per condizionare le istituzioni del ‘900, per fondarlo attorno ai beni comuni, ovvero ciò che lega l’uomo con la Terra e con i suoi simili.

Marzo 2022

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