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Laboratorio di giornalismo ambientale - Ist.Compr. Alzano L.do - Quarta parte

Possiamo ancora salvarci?

No, se lasciamo perdere. Sì, se ci impegnamo tutti!

Come abbiamo detto, il cambiamento climatico è ormai una questione cruciale nelle agende politiche, economiche e sociali di tutto il mondo. L'inquinamento dell'aria, gli eventi meteorologici estremi, le carestie, le migrazioni forzate mettono a rischio la salute dell'intera umanità e del nostro pianeta. Per questo motivo è importante discutere delle soluzioni per evitare che tutte queste catastrofi si intensifichino o, peggio ancora, si moltiplichino.

Accanto a questi problemi, esistono diverse buone pratiche che ognuno di noi dovrebbe imparare a mettere in atto. Infatti, oltre all’aiuto dei governi e dell’economia, serve anche la collaborazione di ogni persona, perché ognuno di noi è un pezzo fondamentale del puzzle contro il cambiamento climatico.

Non è però sempre facile farlo. Per esempio non tutti hanno la stessa possibilità di agire: c’è gente che non ha di che mangiare e altre persone che vivono nel lusso più costoso che ci sia. E’ logico che le persone più povere penseranno prima di tutto a sfamare e soddisfare i loro bisogni e quelli della propria famiglia con ciò che riescono e che costa meno e non potranno permettersi di comprare cibo e oggetti che costano di più.

Le emissioni prodotte da questi consumi si chiamano “emissioni di sussistenza” e, pur essendo parecchie, sono collegate ai bisogni essenziali e quindi impossibili da eliminare se non raggiungiamo anche un livello minimo di equità sociale, molto importante perché in questo modo anche le persone più povere possono diventare attive nella lotta contro il cambiamento climatico.

Le “emissioni di lusso” sono invece quelle dovute ai bisogni superflui che noi tutti dovremmo imparare a evitare o almeno a ridurre. Quindi in base a questo si dovrebbe pensare che i ricchi siano quelli che si impegnano di più verso una maggiore sostenibilità dei propri consumi, ma invece spesso non se ne preoccupano affatto, perché a loro non conviene o perché cambiare è pur sempre faticoso e impegnativo.

Altri motivi per i quali non riusciamo a mettere in atto soluzioni appropriate sono i tempi del cambiamento climatico che, essendo molto lenti, non ci aiutano a percepire la gravità di quello che sta succedendo.

Inoltre ci sono paesi più arretrati, dove, ad esempio, non esiste la raccolta differenziata o non sono ancora diffuse le tante buone pratiche utili al cambiamento climatico.

Infine ci sono alcune soluzioni applicabili quotidianamente, come l’utilizzo del trasporto pubblico invece di quello privato e seguire una dieta sana e sostenibile, mentre altre, ad esempio l’installazione di pannelli solari o delle pompe di calore, richiedono più tempo, maggiore attenzione e anche la disponibilità di soldi e non tutti se lo possono permettere.

Infine, per far sì che il maggior numero di persone si attivi è necessario che chi è più esperto si occupi di informare ed educare gli altri così che ognuno possa fare la sua parte per aiutare il pianeta.

Ognuno è importante, ma solo insieme potremo salvarci.

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SOS, il mondo ci chiama

Giovani e non solo che si battono a favore della salute della Terra

Un altro modo per salvaguardare il clima è far emergere il problema anche attraverso i social media e chiedere ai governi e alle aziende di attivarsi e cambiare rotta. Ci sono gruppi e movimenti che si stanno adoperando in questo senso, adottando vari metodi per attirare l’attenzione sulla questione climatica.

È logico pensare che i giovani siano maggiormente preoccupati dell’emergenza climatica rispetto agli anziani poiché questi ultimi sono “egoisticamente” meno toccati da problemi che si manifesteranno in futuro. Esistono quindi movimenti e gruppi di attivisti formati per lo più da giovani, ma a confutare l’affermazione precedente ci sono anche movimenti composti da persone non più giovani che si impegnano molto per il clima, così come ci sono tante associazioni che da anni lottano per l’ambiente, come Legambiente, Greenpeace, Wwf e molte altre. Ecco alcuni dei nuovi movimenti di attivismo ambientale più conosciuti.

Fridays For Future

È un movimento internazionale di protesta per la giustizia climatica, composto da persone che organizzano manifestazioni in cui rivendicano azioni politiche atte a prevenire il riscaldamento globale e il cambiamento climatico. Ne fanno parte soprattutto ragazzi e ragazze tra i 14 e i 25 anni accomunati dalla stessa preoccupazione: la crisi climatica.

“Non esiste un pianeta B”, “Ci avete rotto i polmoni” sono alcuni degli slogan più ricorrenti di un movimento che vuole puntare i riflettori sull’esigenza di adottare misure immediate per salvare la Terra, ormai sull’orlo del collasso ecologico, e che si pone contro i produttori di petrolio e altre fonti non rinnovabili.

Fridays For Future significa “i venerdì per il futuro” ed è nato dalla protesta solitaria di una ragazza che all’epoca aveva 15 anni, Greta Thunberg, che ogni venerdì per lungo tempo ha protestato sedendosi fuori dal parlamento svedese con un cartello con scritto "sciopero scolastico per il clima".

Ultima generazione

È un movimento diffuso in tutta Italia formato da ragazzi e ragazze che compiono azioni di disobbedienza civile non violenta per ottenere misure di contrasto al collasso eco-climatico a cui stiamo andando incontro a causa delle troppe emissioni. Riprendono le parole del Segretario generale dell’ONU per descrivere la situazione attuale: “Siamo sulla strada per l'inferno climatico con il piede sull'acceleratore – leader e uomini d’affari non stanno solo mentendo, stanno soffocando il nostro pianeta con i loro interessi e investendo nei combustibili fossili”.

Sostengono che le lobby del fossile faranno di tutto pur di mantenere un profitto economico, anche a costo di minacciare vite umane. Per questo motivo questi giovani sentono il dovere morale di ribellarsi e aggiungono che se non protestiamo e accettiamo questo crimine senza ribellarci, ne saremo complici.

Hanno scelto la nonviolenza come principio cardine e fondamento di tutte le azioni di disobbedienza civile che mettono in atto perché le proteste nonviolente hanno molte più possibilità di ottenere gli obiettivi prefissati.

Extinction Rebellion (XR)

Extinction Rebellion è un movimento internazionale che usa le azioni dirette nonviolente e la disobbedienza civile di massa per forzare i governi a invertire la rotta che ci sta portando verso il disastro climatico e ecologico. Credono nella pace, nella scienza, nell’altruismo e nella necessità di una trasformazione sistemica. Nutrono un profondo rispetto per l’ecosistema nel quale viviamo e per questo impegnano le loro vite a diffondere un nuovo messaggio di riconciliazione, discostandosi dal separatismo e dalla competizione, sulle quali la società moderna si basa. Dichiarano di ribellarsi, non violentemente, al governo e alle istituzioni che hanno favorito il guadagno a breve termine e il profitto privato dei commercianti di petrolio.

Anziane per il clima Svizzera

Questo movimento è stato riconosciuto tra i 100 ambientalisti più importanti del mondo. È formato da donne in età da pensionamento residenti in Svizzera che si sono attivate per vincere una causa contro la politica climatica della Confederazione e mostrare al Parlamento quanto abbiano a cuore la protezione dalle ripercussioni del riscaldamento globale. La sentenza davanti alla Corte europea dei diritti dell’uomo ha dato ragione al movimento e ora l’associazione si occupa di monitorare l’attuazione della sentenza e continuare ad informare anche sull’importanza di mobilitarsi insieme a persone di tutte le generazioni.

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PLANT FOR THE PLANET

Ambasciatori della giustizia climatica anche al nostro istituto Rita Levi Montalcini di Alzano

Felix Finkbeiner è il fondatore di Plant-for-the-Planet e la sua storia è stata fonte di ispirazione anche per noi studenti. All’età di nove anni, Felix ha ascoltato una conferenza sulla crisi climatica e ha deciso di agire per contrastare tale crisi piantando alberi. Ciò che è iniziato come un progetto scolastico si è rapidamente trasformato in un movimento globale. Felix ha tenuto discorsi in tutto il mondo, ha collaborato con i leader mondiali e ha ispirato milioni di persone a prendere misure concrete per affrontare la crisi climatica. La sua visione è quella di coinvolgere i giovani come agenti di cambiamento e di ripristinare miliardi di alberi per garantire un futuro sostenibile per le generazioni future. Felix Finkbeiner è diventato un simbolo di speranza e determinazione per molti, dimostrando che anche i più giovani possono fare la differenza nel mondo.

Noi ragazzi e ragazze come ambasciatori della giustizia climatica impariamo a combattere per il nostro futuro: come noi, più di 92 mila giovani sono già stati formati in oltre 1.650 accademie in 75 paesi, compresa quella che si è tenuta qui ad Alzano Lombardo nel marzo del 2024.

 

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Aprile 2025

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