feedFacebookTwitterlinkedinGoogle+

infoSOStenibile

Lecco: Resinelli Tourism Lab Due giovani e la scelta di vivere in montagna

È la storia di Sofia e Simone che dal 2020 scoprono l’amore per la montagna (e non solo) lavorando a nuove modalità di turismo nelle terre alte lecchesi

«Resinelli Tourism Lab è nato come risposta al boom turistico vissuto dai Piani Resinelli dopo il Covid e i vari lockdown. È stato un progetto che ha visto la luce man mano, per mettere le nostre competenze al servizio di un territorio che amiamo e per fare in modo che il turismo diventasse un'opportunità per la comunità qui residente, non solo un problema da subire». A parlare è Sofia Bolognini, marchigiana di origine e lecchese d'adozione, che insieme al compagno Simone Masdea dal 2020 vive ai Piani Resinelli, ai piedi del gruppo delle Grigne: fondatori di Resinelli Tourism Lab e fautori di una convivenza possibile (e auspicata) tra residenti e turisti, tra comunità e visitatori delle terre alte, Sofia e Simone sviluppano progetti di accoglienza, di narrazione, di cultura e di condivisione a quota 1300 metri e passa. Con un grande sogno: continuare a parlare di turismo e di territorio in modo innovativo e inclusivo, organizzando sempre più occasioni di scambio e sviluppo sano, sostenibile e diversificato per le montagne lecchesi.

Ed è proprio in quest'ottica che dal 16 settembre all'8 ottobre 2023 si svolgerà proprio ai Piani Resinelli la prima edizione di Nat Week al Cubo, evento diffuso dedicato ai nomadi digitali e sviluppato da Nat Working, rete nazionale che si occupa di smart working in luoghi naturali e soprattutto in comunità “resistenti e resilienti”, in collaborazione proprio con Resinelli Tourism Lab.

Un turismo da gestire

La storia di Resinelli Tourism Lab e della riflessione innescatasi su come vivere e fruire la montagna in modo rispettoso ed equilibrato tra diverse istanze è cominciata con il primo lockdown, nel marzo 2020. Simone e Sofia a quel tempo erano colleghi e lavoravano per la medesima cooperativa, lui come agronomo e lei in ambito comunicazione e narrazione: ma mentre Simone, lecchese di nascita, viveva stabilmente ai Piani Resinelli già da diversi anni, Sofia aveva alle spalle una vita esclusivamente urbana. L'arrivo del Covid e delle successive limitazioni cambia le carte in tavola: l'annuncio delle chiusure sistematiche porta Sofia a decidere di salire in montagna, ospite di Simone ai Piani Resinelli. È una doppia storia d'amore quella che nasce in quei mesi sospesi: non solo tra i due “sconosciuti colleghi” che si scoprono invece affini e con una visione di vita e lavoro comune, ma anche tra Sofia e la montagna.

«In quelle settimane abbiamo vissuto la Grigna e i Resinelli da soli, perché ovviamente tutti i servizi erano chiusi, e abbiamo potuto sperimentare un'inedita intimità con la montagna» racconta la giovane. «Poi, però, è arrivata l'estate 2020, e con essa l'esplosione del turismo. Tenete conto che i Piani Resinelli non sono il classico “borgo di montagna”: sono una località che nasce come turistica, priva di un nucleo di paese ma piena di seconde case che, con la fine del primo lockdown, sono tornate a riempirsi. Nello stesso periodo – continua Sofia – è stata inaugurata anche una passerella panoramica ai Piani Resinelli, che ha ovviamente aumentato a dismisura il flusso di turisti giornalieri su un territorio fragile, poco strutturato ad accoglierli e già di per sé difficile da amministrare. I Resinelli hanno in totale una sessantina di residenti stabili, ricadono sotto quattro comuni diversi e sono gestiti in convenzione con la Comunità Montana. Di fatto sono una terra di nessuno senza peso politico e l'abbiamo visto nel 2020: ufficio turistico aperto solo pochi giorni l'anno, nessuna disponibilità di materiale informativo o cartografico, nessuna gestione degli arrivi. Sia io che Simone in quel periodo abbiamo toccato con mano quella che abbiamo vissuto come un'emergenza e abbiamo deciso che avevamo competenze da poter mettere a disposizione di un nuovo modo di pensare e costruire il turismo. Così è nato Resinelli Tourism Lab».

Partecipazione, narrazione, cultura

Ma che cosa significa immaginare un nuovo modo di vivere il turismo? Da dove partire? Per Sofia e Simone, il punto di partenza non poteva che essere quello del recupero della memoria del territorio e la sua narrazione: «Conoscere la storia di un luogo e raccontarla significa porre le basi per ricominciare a prendersene cura» spiega Sofia. «La memoria dei Piani Resinelli è sommersa, va cercata nelle storie dei luoghi, nei nomi dei boschi, nelle leggende e nei riferimenti minuti celati qua e là sul territorio. Come Resinelli Tourism Lab, abbiamo iniziato a scavare in questa direzione».

Non solo: l'azienda fondata da Sofia e Simone agiva già sul territorio come infopoint digitale (i turisti vi si riferivano per avere informazioni sui sentieri, sui percorsi e sui servizi locali), così le amministrazioni dei Piani Resinelli hanno deciso di affidare loro anche la gestione fisica dell'ufficio turistico. Una scelta, questa, che si trasforma, di fatto, in un vero e proprio processo di attivazione di comunità dal basso: accanto ai servizi turistici (come il noleggio delle e-bike o la fornitura di materiale informativo), l'infopoint dei Resinelli diventa hub culturale in quota e punto di aggregazione. Si crea uno spazio di booksharing su spinta della comunità locale, si organizzano rassegne ed eventi culturali, presentazioni di libri e passeggiate, si fa rete con i produttori locali e s’inventano nuovi format e nuovi servizi. «Avevamo aperto uno sportello di sostegno gratuito per i giovani che volevano aprire un'impresa in montagna - raccontano Sofia e Simone - e attivato collaborazioni importanti anche con le università. Il nostro desiderio è trasformare i Resinelli in un polo non solo turistico ma attrattivo anche per l'innovazione e per le nuove tipologie di lavori e viaggiatori che stanno prendendo piede in questi ultimi anni».

Nell'ottobre 2022, alla scadenza del mandato per la gestione dell'ufficio turistico, una battuta d'arresto: nonostante l'interlocuzione con le amministrazioni e gli ottimi risultati in termini di partecipazione e comunità ottenuti sul territorio, dopo un lungo tira e molla l'ufficio turistico viene affidato a un'altra realtà. «Questo non significa che ci fermiamo - spiega Sofia - al contrario! Il lavoro di questi ultimi anni ha dimostrato che il territorio ha desiderio di essere vissuto in modo diverso. Il nostro progetto si evolverà sempre di più nel segno della partecipazione culturale, portando sul territorio ospiti ed eventi, puntando su nuove categorie di viaggiatori non “fast” e promuovendo un tipo di turismo che sia sempre più inclusivo e sostenibile, per tutti».

Erica Balduzzi

---

Nat Week al Cubo - Non solo smart working

Il format della Nat Week nasce per iniziativa di Nat Working, rete nazionale che promuove settimane di smart working in natura, all'interno di progetti o comunità resistenti, capaci di offrire nuove visioni del territorio.

Ed è proprio con questo spirito che Nat Working, insieme a Resinelli Tourism Lab, ha organizzato la Nat Week al Cubo: non solo una settimana ma, per la prima volta, un mese di lavoro e condivisione ai Piani Resinelli, ai piedi delle Grigne. Il programma pensato per la Nat Week al Cubo è densissimo: va dagli incontri con gli operatori turistici locali alle gite in montagna, dalle degustazioni presso i produttori in quota ai programmi con le università, dalle occasioni di formazione ai momenti di stampo più artistico e di svago.

Il programma completo della NAT Week al Cubo con le modalità di iscrizione e tutte le informazioni è reperibile sul sito: info.natworking.eu/natweek-resinelllitourismlab/ 

Ottobre 2023

Articoli Correlati

Incontri, scambi, momenti formativi e ludici hanno arricchito la nuova edizione della...
Dal 21 giugno al 12 luglio torna il festival organizzato da Legambiente Bergamo che...
Il recente libro di Elena Granata evidenzia come le donne abbiano sempre maturato un...
Al Polaresco l’1 e il 2 giugno un fine settimana dedicato ad ambiente, natura e cura del...