Obama e Xi si impegnano a ridurre le emissioni di gas serra entro il 2030 puntando sulle energie verdi e una nuova cooperazione internazionale
Cina e Usa hanno siglato lo storico patto per la riduzione di gas serra in occasione del vertice Apec svoltosi a Pechino il 10 novembre. È la prima volta che la Cina s’impegna ufficialmente a ridurre il proprio impatto ambientale in termini di gas serra. L’accordo annunciato congiuntamente da Barack Obama e il Presidente cinese Xi Jinping prevede l’impegno da parte degli Stati Uniti a ridurre del 26-28% le proprie emissioni nocive entro il 2025. Pechino ha invece l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra entro il 2030 e per farlo vuole puntare sull’energia solare ed eolica, che potrebbe rappresentare il 20% della produzione totale entro il 2030.
Cina e Usa sono responsabili del 45% delle emissioni di CO2 mondiali e secondo i funzionari americani vicini all’amministrazione, ci sono voluti nove mesi di trattative segrete prima di giungere all’accordo finale. Nella conferenza stampa congiunta, Obama dichiara di essere orgoglioso per lo storico accordo raggiunto, riconoscendo Usa e Cina come principali economie mondiali e principali responsabili di emissioni di gas serra: «Si tratta di una tappa fondamentale nella storia della relazione tra Cina e Stati Uniti; la dimostrazione di cosa sia possibile fare quando si lavora insieme per risolvere un’urgente sfida globale».
Anche le parole di Xi Jinping mantengono un tono propositivo: «Il nostro accordo rende il terreno fertile per il buon esito delle negoziazioni sul cambiamento climatico che si terranno a Parigi nel 2015; da entrambe le parti si è manifestata inoltre la volontà reale di approfondire una cooperazione concreta nella direzione delle energie pulite e nella protezione dell’ambiente».
Accanto alle dichiarazioni trionfali dei protagonisti, non mancano le reazioni avvere: negli Usa la nuova maggioranza repubblicana si dichiara apertamente ostile all’accordo. In particolare, il leader repubblicano del Senato Mitch McConnell definisce il patto con la Cina “impraticabile” e “non realistico”, sottolineando le ripercussioni negative che potrebbe avere sul costo dell’energia e sull’occupazione nel settore.
Mara D’Arcangelo