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Quando l’agricoltura incontra il turismo. Nuovi tecnici per la promozione del nostro territorio

Scuole IMIBERG

Un corso per formare nuove figure tecniche che sappiano valorizzare il territorio attraverso l’agricoltura biologica, i prodotti locali e le tradizioni. Ecco il racconto degli studenti

Perché abbiamo scelto questo corso? Abbiamo visto in questo progetto un’opportunità per specializzarci in un settore in crescita come quello dell’agricoltura legata ad altri ambiti, come turismo, cibo e sostenibilità.

L’Istituto Imiberg - in partenariato con Fondazione Maddalena di Canossa, finanziato da Regione Lombardia, Miur e Fse - ha promosso un corso IFTS post diploma della durata di 900 ore, tra lezioni e stage, sul tema della promozione del territorio attraverso prodotti biologici, locali e il turismo rurale.

A nostro avviso di fondamentale importanza e utilità sono stati i tirocini in azienda, per poter sperimentare concretamente quanto appreso in classe.

Alcuni di noi hanno provato direttamente in campo le tecniche di agricoltura biologica in aziende ortofrutticole, mentre altri hanno gestito la vendita in negozi specializzati nel biologico.

Alcuni di noi hanno provato la vita in un agriturismo: dall’accoglienza dei clienti alle attività dedicate ai bambini, alle fattorie didattiche, insieme agli animali. Altri ancora si sono concentrati sul turismo e sulla promozione del territorio mediante l’organizzazione di eventi del settore agroalimentare.

Molti e molto variegati gli argomenti trattati nelle lezioni in aula: dalle nozioni di agronomia e agricoltura biologica alle tecniche di marketing, passando per le nuove forme di turismo rurale, le fattorie didattiche, la riscoperta di antiche varietà e vecchie tradizioni che narrano la storia del nostro territorio.

Da non dimenticare l’attenzione a temi delicati come il legame tra le nostre scelte alimentari e le loro conseguenze sull’ambiente, nonché l’etica di scegliere un cibo “buono, pulito e giusto”, come ci ricorda il motto di Slow Food.

Analizzate inoltre alcune esperienze concrete di comunicazione e promozione turistica territoriale come ad esempio il circuito delle giornate dei Castelli Aperti della pianura bergamasca e la riscoperta della vita d’alpeggio dell’Alta Valle Brembana, nonché il progetto “Forme” e i “Principi delle Orobie” per la promozione delle eccellenze casearie bergamasche. Altrettanto interessantI sono stati i tre giorni trascorsi a Edolo presso l’Università della Montagna Unimont e la visita a diverse realtà agricole e casearie della zona.

Anche per il prossimo anno verranno proposti nuovi corsi nel settore delle agroenergie e della promozione territoriale, corsi attualmente in via di valutazione da parte di Regione Lombardia, che potete trovare nelle locandine riportate in pagina. Per informazioni: info@fondazionemaddalenadicanossa.org, tel. 035/0522105 - 0363 53912, via Santa Lucia, 14 24128 Bergamo. Facebook: Fondazione Maddalena di Canossa.

 

Cibo locale: lo conosciamo veramente?

Il piacere di degustare

Nell’ambito del corso IFTS sul biologico e turismo rurale, abbiamo avuto l’occasione di imparare a degustare tre diversi prodotti: olio, vino e formaggi.

La prima esperienza ci è stata proposta da un esperto che, attraverso un percorso degustativo, ci ha permesso di scoprire i pregi e i difetti nella produzione dell’olio.

Ma soprattutto, ci ha illustrato la tecnica di degustazione utilizzata nei vari concorsi enogastronomici dagli assaggiatori professionisti che consiste nei seguenti passaggi: versare l’olio in un bicchiere di vetro e di colore scuro, scaldarlo leggermente con il palmo della mano facendolo roteare, poi portarlo al naso e inalare piano e profondamente per individuare i componenti olfattivi e infine sorseggiarlo facendo un piccolo risucchio (in questo modo l’aroma arriva alle cavità orali).

Come seconda proposta abbiamo assaporato tre tipi di vino Valcalepio: bianco, rosso, passito (Moscato di Scanzo) offerti dalla Cantina Sociale Bergamasca di San Paolo d’Argon.

Anche in questa occasione è stata spiegata la tecnica più adeguata per degustare il vino utilizzando ad esempio la posizione giusta del calice per valutare al meglio l’aspetto visivo, a seguire l’analisi olfattiva e solo come terza fase l’assaggio vero e proprio.

Una nota da non trascurare infine è la corretta temperatura, diversa per le varie tipologie di vino, per potere assaporare al meglio ogni prodotto.

Per l’ultima esperienza degustativa è intervenuto il vice presidente di Slow Food Italia, Lorenzo Berlendis, che ci ha guidato nella degustazione di alcuni formaggi tipici della bergamasca promossi e sostenuti dall’associazione Slow Food come: l’Agrì di Valtorta, lo Strachitunt, il Formai de mut, il Bitto storico, solo per citarne alcuni.

 

What’s good? Slow Food

Una corrente di pensiero che ci ha molto colpito in relazione agli argomenti del corso è quella esposta da Slow Food, con il suo motto all’insegna della Biodiversità e del cibo buono, pulito e giusto.

Questa associazione è nata nel 1986 a Bra (CN), da un’idea del fondatore Carlo Petrini, in contrapposizione al concetto di fast food, per tutelare la biodiversità, per valorizzare la cultura del buon cibo e, di conseguenza, salvaguardare le piccole produzioni e le tradizioni agricole e alimentari ad esse collegate, che altrimenti rischierebbero di scomparire, soppiantate dalle produzioni di massa spersonalizzate.

Attraverso i presidi e i mercati agricoli di Slow Food (noi siamo stati invitati al Mercato della Terra di Bergamo, che si svolge ogni 2° e 4° sabato del mese in piazza Cavour in centro a Bergamo), è possibile acquistare direttamente i prodotti stagionali dei vari produttori selezionati e verificati dall’associazione.

Così facendo, si instaura un rapporto diretto e di fiducia tra consumatori e coltivatori, allevatori e trasformatori, che rientra negli obiettivi di Slow Food: far riscoprire il piacere di dialogare e di confrontarsi con chi produce, promuovendo un’economia di relazione e la trasparenza della filiera.

 

Marketing territoriale: l’importante è essere social

Qual è la via più efficace per promuovere al meglio le aziende del nostro territorio? La risposta non può che essere legata alle nuove tecnologie che ogni anno riservano funzionalità sempre migliori e performanti.

Al giorno d’oggi, ogni impresa dispone di tutte le tecnologie necessarie alla promozione dell’azienda stessa e del territorio mediante l’utilizzo di programmi che mantengono il contatto diretto con la clientela.

Questi innovazioni vengono sfruttate soprattutto dalle imprese ricettive, ristorative e agrituristiche, perché ai giorni nostri è in aumento la richiesta di servizi e beni incentrati sul biologico e sullo stile di vita salutare.

A questo proposito, durante il corso IFTS abbiamo sperimentato come creare un sito internet e le pagine dei social network, usufruendo dei vari metodi di comunicazione verbale e non verbale (partendo dalla tipologia di scrittura, all’impostazione del testo e del titolo, alle varie tonalità di colore e alle differenti immagini che possono attirare l’attenzione).

Grazie a questo insegnamento, abbiamo analizzato un tipo di marketing strategico con l’obiettivo non solo di conoscere il prodotto, ma anche di incentivare il soggiorno all’interno delle strutture del territorio.

Abbiamo effettivamente compreso come sia importante oggi curare anche l’aspetto social, per un contatto più mirato e diretto con il cliente, se si vogliono davvero mettere in campo strategie di marketing efficaci. Strategie che non mirano soltanto a vendere, ma anche a valorizzare.

Il marketing si evolve, di pari passo con le tecnologie, e in maniera impensabile solo fino a qualche anno fa. Non bisogna sottovalutare l’impatto di un’efficace promozione, che può essere un volano formidabile non solo per l’azienda, ma persino per il territorio e i suoi valori che l’azienda stessa riflette nei propri prodotti e nella propria filosofia di mercato

 

Lost in Edolo: un’esperienza tra studio e natura

Quest’esperienza, vista dal nostro punto di vista di studenti IFTS, ha contribuito a rafforzare un gruppo già ottimo in partenza, oltre che a consolidare dal lato pratico le conoscenze acquisite a livello teorico.

L’uscita didattica si svolge in Valle Camonica (Bs) nei giorni 10/11/12 aprile -in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano e l’Università degli Studi della Montagna- e il primo giorno, all’arrivo, ci accoglie subito Valentino Bonomi, titolare dell’Azienda Agricola San Faustino di Ceto (BS), esempio di eccellenza gastronomica e passione per il territorio, per un’introduzione sulla Valle e un punto di vista personale sui concetti del corso.

L’uscita didattica poi ha avuto anche un risvolto pratico, con la visita dei campi di zafferano a Malonno (BS) insieme al Dottor Giupponi dell’Università della Montagna di Edolo, per poi procedere alle analisi chimiche in laboratorio.

Non solo zafferano, ma anche Silter, formaggio tipico della Valle: a questo è stata dedicata la terza giornata, con una visita al Caseificio Bezzi, in Alta Valle, dove abbiamo assistito alla produzione del formaggio e abbiamo potuto degustarlo in tutte le sue varietà di stagionatura.

Un grazie di cuore a chi ha reso possibile tutto questo, perché inserire una tre giorni di full immersion in un ambiente e tra persone così dedite e appassionate al proprio lavoro ha creato in noi studenti molta motivazione ed entusiasmo, oltre a rafforzare lo spirito di gruppo e di amicizia: anche questo è un altro ingrediente utile per il nostro futuro, in cui il lavoro in team e l’affiatamento tra colleghi sarà un requisito sicuramente necessario.  

Luglio 2017

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