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Quando l'autoproduzione è una scelta di vita

Stafania Rossini

Intervista a Stefania Rossini, uno dei volti di quell’“Italia che cambia” raccontata da Daniel Tarozzi nel libro "Io faccio così"

C’è gente in Italia che da qualche anno a questa parte ha perso il lavoro, effetto più o meno diretto di una crisi economica da cui non par proprio potersi risollevare ritornando a quel modello che ne è stato la causa.

C’è gente in Italia che dopo aver perso il lavoro ha cominciato a guardarsi non solo attorno, ma anche dentro. Un’analisi spietata, fatta di considerazioni difficili e di scelte scomode. Tutto per ripartire, per guardare avanti con occhi diversi, per cercare un’alternativa (possibile) allo stile di vita mainstream.

C’è gente in Italia che è ripartita così e ha cambiato vita. Questo pezzo d’Italia è fatto di volti, vite, storie, è “l’Italia che cambia”, incontrata da Daniel Tarozzi, giornalista, documentarista e blogger, nel suo viaggio in camper tra il 2012 e il 2013, alla scoperta di quel pezzo di Paese che esiste e che merita di essere raccontato.

Quando non tutti i mali vengono per nuocere

Stefania Rossini, quarant’anni, cremonese di casa a Brescia, è la protagonista di uno degli incontri riportati da Daniel nel suo libro “Io faccio così”. Stefania perde il suo lavoro cinque anni fa (un lavoro che odiava – salumiera, lei che è vegetariana – ma che, come accade spesso nella vita, faceva per necessità).

Mamma di tre bambini e moglie, si ritrova di punto in bianco disoccupata, “casalinga obbligata”. Si sente un peso, non riuscendo a provvedere alla sua famiglia come fatto fino a quel momento. Decide allora di prendere in mano la propria vita e, allo sconforto iniziale, fa seguito una serie di scelte che da lì in poi avrebbero segnato un’importante svolta.

L’intento era certo quello di risparmiare, ma anche di migliorare la qualità della vita della propria famiglia, in modo salutare per sé e per l’ambiente; essere felici è diventata, in ultima analisi, la priorità di Stefania.

E a cinque anni di distanza con naturalezza e semplicità Stefania ci racconta questo cambiamento, senza fronzoli, con la stessa schiettezza con cui ha affrontato qualche anno fa la perdita del suo lavoro.

«Ormai si è diffusa la convinzione che se non porti denaro a casa, allora sei una persona inutile per la società». Così si è reinventata la propria quotidianità e autoproduce: «Ora sono felice di godermi la mia famiglia e di fare da me la maggior parte delle cose di cui necessitiamo in casa. Ci ho guadagnato in salute e in felicità».

L’autoproduzione è per tutti

Per autoprodurre Stefania ha attinto alle conoscenze di cui le donne d’un tempo erano depositarie: «Non conoscendo purtroppo nessuno che mi potesse insegnare come si fa un orto, il pane in casa, un detersivo ecc., perso il lavoro, mi sono ritrovata ad avere del tempo per me che ho impiegato per documentarmi.

Ho letto libri, blog (leggo anche il vostro mensile infoSOStenibile, che trovo sempre in biblioteca), ho guardato videoconferenze e ho cominciato ad autoprodurmi la maggior parte dei prodotti che utilizzo in casa: ortaggi, pane, detersivi, creme, dentifricio, tisane. Presto mi sono accorta dei benefici che ne traevo, in termini di salute, di qualità dei prodotti ma anche di risparmio economico. Allora ho iniziato a raccontarlo su un blog (Natural-mente Stefy) e più tardi nei miei libri: volevo mostrare come queste pratiche di autoproduzione siano alla portata di tutti».

Da allora la storia di Stefania è stata d’esempio per molti: famiglie, giovani e meno giovani che vogliono cambiare e imparare a fare da sé.

Alcuni leggono il blog, altri l’hanno vista in un servizio in tv: «Una mattina mi è capitato di vedere in Tv la rappresentazione di un’Italia fatta di lamentele e disperazione. Contrariata ho scritto una mail al programma portando come esempio di soluzione alternativa l’autoproduzione. Inaspettatamente ho ricevuto in risposta la proposta di raccontare la mia esperienza. E anche se apparire in televisione non era certo tra le mie aspirazioni, ho colto quell’opportunità per dar voce a un’alternativa possibile».

Nell’arco di cinque anni le cose sono cambiate piuttosto velocemente per la sua famiglia: «Nel tempo siamo riusciti a costruirci una casa completamente ecocompatibile e da qualche mese abbiamo aperto anche un Bed&Breakfast qui da noi. Io, intanto, continuo ad autoprodurre e a raccontarlo sul mio blog».

Perché cambiare?

«La difficoltà più grande che ho dovuto affrontare sono state le persone che non hanno compreso la mia scelta, che non hanno capito che sentirsi responsabili della propria felicità è il punto di partenza per muoversi verso un cambiamento. È più facile rintracciare fuori di sé le ragioni della propria insoddisfazione. Spesso sono stata additata come quella strana, con le idee stravaganti. E poi invece ti accorgi che la tua scelta è un sogno nel cassetto di tanti, che il tuo stile di vita è contagioso e i riscontri positivi che genera sono reali».

 

Angela Garbelli

 

Perchè si possa continuare a far conoscere esperienze come quella di Stefania, Italia che cambia ha presentato il suo "progetto editoriale online per raccontare le realtà virtuose del paese, dare loro visibilità e creare una rete che favorisca la nascita di interazioni e collaborazioni" alla terza edizione del bando cheFare. Lo trovate qui e se vi piace, fino al 4 novembre potete votarlo anche voi bando.che-fare.com

 

Ottobre 2015

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