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Sbarcare sull'isola del turismo responsabile

Turismo responsabile

La terza maggiore attività socio-economica dell’Unione Europea sulla strada di una vita più etica e consapevole

Sono circa un miliardo i viaggiatori che in un anno girano il mondo, quasi una persona su sei. Malgrado una situazione di recessione prolungata, negli ultimi dieci anni il turismo rappresenta uno dei settori economici che ha avuto la crescita maggiore a livello mondiale. La spesa dei turisti per i viaggi all’estero è raddoppiata e si prevede che nei prossimi dieci anni aumenterà di un ulteriore 50%. Secondo i dati forniti dall’Organizzazione Mondiale del Turismo (United Nations World Tourism Organization), l’agenzia delle Nazioni Unite e la principale organizzazione del mondo nel settore turistico, il tasso di crescita medio atteso nel cinquantennio 1980-2030 tocca quota 4% annuo. Il turismo rappresenta la terza maggiore attività socio-economica dell’Unione Europea generando più del 10% del PIL e fornendo circa il 12% dell’occupazione totale.

A partire dagli anni ’70 è nata una riflessione critica sullo sviluppo del turismo tradizionale di massa che si è intersecata con quella sulla sostenibilità e sugli obiettivi di sviluppo e riduzione della povertà. Le Nazioni Unite per raggiungere gli Obiettivi del Millennio hanno individuato nel turismo responsabile una possibile soluzione. Si tratta di un turismo attuato secondo i principi di giustizia sociale ed economica, nel rispetto dell’ambiente e delle culture, dove viene riconosciuta la centralità della comunità ospitante locale e la sua interazione con l’industria turistica.

Nell’ultimo decennio in Italia si è verificata una crescita costante di questo tipo di turismo, segno di un’attenzione crescente all’impatto ambientale e sociale, oltre che economico, generato dal viaggio o dalle vacanze. Nonostante il Piano Strategico per lo sviluppo del turismo in Italia, intitolato «Turismo Italia 2020. Leadership, Lavoro, Sud» pubblicato nel gennaio 2013, abbia segnalato la scivolata dell’Italia dal primo al quinto posto nella classifica mondiale delle destinazioni più visitate, il settore turistico dà lavoro a circa 2,2 milioni di persone.

Un dato importante per un Paese in cui il settore rappresenta circa il 9% del PIL nazionale, in grado di orientare le scelte di turisti consapevoli che richiedono al mercato la possibilità di scegliere strutture in linea con le proprie necessità. Per facilitare il compito, la Carta Italiana dell’Ospitalità Responsabile, frutto del lavoro del tavolo “Ospitalità Italia”, ha stilato un vademecum destinato ai gestori delle strutture ricettive che vorrebbero applicare i principi del turismo responsabile alla propria attività.

Come proporre un’ospitalità responsabile è uno dei tanti temi che promuove “IT.A.CÀ – Migranti e viaggiatori”, il festival del turismo responsabile che si è tenuto a Bologna dal 22 maggio al 7 giugno.

Attraverso eventi, mostre, iniziative in piazza, convegni e concorsi, visite guidate, itinerari in bicicletta e pranzi a Km 0, l’iniziativa mira ogni anno a promuovere una nuova idea di turismo, più etico e rispettoso dell’ambiente e lancia una sfida: pensare al turista come a un novello Ulisse, un viaggiatore che sbarca a Itaca dopo un lungo percorso di consapevolezza.

Alice Motti

 
 
Giugno 2015

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