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L’Art Nouveau di Mucha in mostra a Bologna

Reverie 1897, copyright(C) 2018 Mucha

Un percorso espositivo alla scoperta dell’artista ceco protagonista della Belle Époque parigina

È in mostra a Bologna fino al 20 gennaio 2019 uno dei più importanti esponenti dell’Art Nouveau, Alphonse Mucha (1860-1939). Nelle sale settecentesche di Palazzo Pallavicini, ottanta delle più celebri opere dell’artista ceco, di cui ventisette esposte per la prima volta in Italia.

Conosciuto soprattutto per le sue grafiche, in particolare i cartelloni teatrali realizzati per l’attrice Sarah Bernhardt che tappezzavano la Parigi della Belle Époque, Mucha fu uno degli artisti più influenti e celebrati dell’epoca; il suo stile, lo style Mucha appunto - caratterizzato da forme armoniose, linee morbide, colori pastello e ridondanti riferimenti naturalistici - divenne la cifra dell’emergente modus decorativo degli anni a cavallo tra il diciannovesimo e il ventesimo secolo.

Ispirato da Sarah Bernhardt

La mostra, installata a fine settembre e organizzata da Chiara Campagnoli, Ruben Fogacci e Deborah Petroni della Pallavicini srl, in collaborazione con Mucha Foundation e la curatela di Tomoko Sato, si compone di tre sezioni tematiche: “Donne - Icone e Muse”, “Le Style Mucha - Un Linguaggio Visivo” e “Bellezza - Il Potere dell’Ispirazione”.

Il percorso espositivo si apre con “Gismonda”, il primo vero manifesto disegnato da Mucha per Sarah Bernhardt, che apparve sui cartelloni parigini il primo gennaio 1895, ricevendo da subito grandi apprezzamenti. La finezza del disegno e l’incredibile successo di questa prima opera convinsero la “divina” attrice a stipulare con Mucha un contratto della durata di cinque anni, durante i quali non realizzò solo manifesti, ma anche scenografie, costumi e gioielli.

A “Gismonda” seguirono altri sei manifesti teatrali da considerarsi un ciclo compiuto, tra cui “La dama delle camelie” (1896), “Lorenzaccio” (1896) e “La Samaritana” (1897). La collaborazione con la Bernhardt aprì a Mucha le porte delle commissioni pubblicitarie; anche marche molto note, quali JOB (carta per sigarette), Lefèvre-Utile (biscotti) e Waverley (biciclette americane), si affidarono al suo talento per la realizzazione dei loro manifesti pubblicitari, anch’essi esposti nella mostra bolognese.

Arte alla portata di tutti

La seconda sezione, “Le Style Mucha”, è dedicata ai suoi famosi panneaux décoratifs, composizioni prive di testo che mettono al centro l’immagine della donna - da intendersi come simbolo di Bellezza - arricchita e circondata da fiori e altri elementi decorativi, tratti dalla tradizione folkloristica ceca e di culture esotiche. Una formula artistica particolare, quella di Mucha, che costituisce un nuovo linguaggio comunicativo con scopo puramente ornamentale. Prodotti in grandi quantità, i manifesti di Mucha raggiunsero una grande fetta di pubblico, diventando una forma d’arte alternativa, economica ma di gusto, accessibile anche alle famiglie ordinarie.

L’ultima sezione, “Bellezza - Il Potere dell’Ispirazione”, è dedicata al periodo in cui Mucha tornò in patria, (dal 1910 in poi) e in cui mise la sua arte al servizio dell’unità spirituale dei popoli slavi. L’impegno politico di questi anni giunse al suo culmine con la realizzazione di “Epopea Slava”, un ciclo pittorico realizzato tra il 1912 e il 1926. Gli ultimi lavori dell’artista, esposti in dirittura d’arrivo, esplorano l’evoluzione dello style Mucha, non più solo decorativo ma applicato alla creazione di un messaggio.

Una mostra retrospettiva, quella di Palazzo Pallavicini, che ripercorre con eleganza e romanticismo l’intera opera di Mucha, in un viaggio poetico alla scoperta di uno degli artisti più amati del Novecento.

Laura Spataro

 

Alphonse Mucha: Informazioni sulla mostra

Bologna - Palazzo Pallavicini, via San Felice 24

Dal 29.09.18 al 20.01.19

Da giovedì a domenica, dalle 11 alle 20

Biglietto d’ingresso: Intero euro 13; Ridotto euro 11

Contatti: info@palazzopallavicini.com

www.palazzopallavicini.com

 

Mostre in Lombardia e non solo

> Carlo Carrà. Una mostra che illustra la carriera e l'intensa vita dell'artista, anche attraverso una corposa selezione di documenti, fotografie, lettere e filmati. Milano - Palazzo Reale Fino al 3 febbraio 2019

> Robert Capa retrospective. Una grande retrospettiva dedicata alla figura di spicco del fotogiornalismo del XX secolo, con oltre 100 fotografie in bianco e nero, scattate dal 1936 al 1954. Monza – Arengario. Fino al 27 gennaio 2019

> Tabula picta. Dipinti tra Tardogotico e Rinascimento. 15 tavole, altrettanti Maestri della storia dell’arte nell’Italia del ‘400. Le tavole documentano un’Italia di territori, in cui tutti gli artisti cercano di parlare una stessa lingua pur con inflessioni e sostrati originali e diversi. Ne risulta un importante confronto fra civiltà, che percorrere l’intero Quattrocento. Milano - Galleria Salamon - Palazzo Cicogna. Dal 23 novembre 2018 al 1 Febbraio 2019

> Sotto il cielo d’Egitto. Emanuela Rollandini propone una mostra dossier di notevolissimo interesse. La “Madonna con Bambino”, ambientata nel volgersi della Fuga in Egitto ritrovata sarà affiancata da altre due opere, sempre di soggetto sacro, di Francesco Hayez, entrambe provenienti dall’ambito trentino. Trento - Castello del Buonconsiglio. Dal 9 novembre 2018 al 24 febbraio 2019

> Wahrol & Friends. In mostra eccessi, trasgressioni e mondanità della New York degli anni Ottanta. Bologna - Palazzo Albergati.. Fino al 24 febbraio 2019

> Hokusai, Hiroshige. Oltre l’onda. La pittura ukiyoe dei più celebri nomi dell’arte giapponese in Occidente. Bologna - Museo Civico Archeologico. Fino al 3 marzo 2019

> Pendulum. Merci e persone in movimento. Installazioni video e photo-album sui temi dell’industria e del lavoro: maestri di fama internazionale, tra i quali Robert Doisneau, David Goldblatt e Mario de Biasi. Bologna - Fondazione MAST. Fino al 13 gennaio 2019

 

Dicembre 2018

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