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“LEI, Adriano OLIVETTI” in scena per Albino in transizione

Un’opera teatrale toccante per scoprire l’essenza di un grande uomo, all’interno del ciclo “La fabbrica per la persona e la persona per la fabbrica”

L’Auditorium Cuminetti di Albino, dopo la sospensione delle attività dovuta all’utilizzo degli spazi per l’hub vaccinale, ha riaperto i battenti giovedì 4 novembre e lo ha fatto alla grande, riempiendo tutta la platea con una rappresentazione teatrale che ha riscosso molto successo. L’iniziativa è dovuta al gruppo “Albino in Transizione”, che ha offerto alla cittadinanza una preziosa occasione di formazione e intrattenimento, proponendo l’opera teatrale “LEI, Adriano OLIVETTI” di e con Gloria Cuminetti e Giulia Cammarota.
 

Un originale sguardo femminile

“La decisione di affidare il compito di sintetizzare la ricchezza della vicenda umana e d’imprenditore di Olivetti a uno spettacolo, costruito come prodotto originale dalle giovani attrici della compagnia “QUELLE2Lì”, è in fondo la convinzione che sia necessaria anche un po’ di arte per comprendere davvero una figura tanto poliedrica e scoprire quali aspetti della sua storia entrano così in risonanza con i bisogni del mondo contemporaneo” spiega Valentina Martinelli di Albino in Transizione. “Il valore aggiunto di “Lei, Adriano Olivetti” è costituito dallo sguardo femminile su un mondo che all’epoca dei fatti era appannaggio quasi solo degli uomini”.

Le autrici confermano infatti che, nel lungo lavoro di preparazione, si sono stupite di scoprire quanto l'anima di Adriano fosse femminina e quanto questa fosse in dialogo con la parte maschile di uomo concreto e d’azione. E aggiungono: “In questo spettacolo si è prediletto parlare e incontrare l'essenza di Adriano, il seme che aveva nel cuore e da cui sono sbocciati i frutti che sappiamo, specchio stesso del suo animo perché in esso erano racchiusi gli intenti. Questi semi possono accomunarci con lui, anche se non siamo imprenditori, politici o economisti, poiché forse quei semi affondano le loro radici in ciò che accomuna tutti noi e ci rende simili, fratelli e sorelle”. Un’opera quindi che non si limita al mero racconto dei fatti legati alla storia di Adriano, ma letteralmente trasporta gli spettatori coinvolgendoli in un viaggio verso l’essenza e il cammino evolutivo di un uomo che ha significato tanto sia per l’economia sia per la cultura italiana e non solo.

“Abbiamo fatto un lungo lavoro di studio” continuano Giulia e Gloria, “durante il quale siamo state nei luoghi dove Adriano ha vissuto e operato e abbiamo avuto l’opportunità di entrare in contatto con varie figure di spicco legate a Olivetti. Innanzitutto l’esperto Alberto Peretti, filosofo e profondo conoscitore di Adriano che ci ha donato la sua preziosa e continuativa collaborazione, Beniamino De’ Liguori Carino, nipote di Adriano, e Gastone Garziera ex dipendente della Olivetti che ha contribuito a sviluppare la “Programma 101”, considerata il primo personal computer della storia”. L’apprezzamento del pubblico è stato notevole e i complimenti alla bellezza dell’opera e alla bravura delle attrici espressi dagli spettatori durante lo spazio finale dedicato al dialogo aperto, sono poi proseguiti sui social.

“Il termine utopia è la maniera più comoda per liquidare quello che non si ha voglia, capacità o coraggio di fare. Un sogno sembra un sogno fino a quando non si comincia da qualche parte, solo allora diventa un proposito, cioè qualcosa di infinitamente più grande”
Adriano Olivetti

 

Chi è Adriano Olivetti

Nasce a Ivrea l’11 aprile 1901, primo di sei fratelli. Dopo gli studi, l’apprendistato nell’azienda paterna come operaio, il viaggio negli Stati Uniti dove visitò un centinaio di fabbriche ed entrò in contatto con la filosofia fordista, nel 1932 viene nominato direttore generale. Ciò rese possibile il pieno dispiegamento della sua visione innovativa. Olivetti sviluppò e applicò una concezione avanzata di gestione dell’impresa, della cultura e della società, con al centro la persona e la sua comunità affermando la centralità del lavoro, il valore della solidarietà e della libertà, il suo tendere al giusto riconoscimento della persona oltre le barriere socioeconomiche. Il suo progetto di riforma sociale in senso comunitario, articolato attorno all’identità tra progresso materiale, efficienza tecnica ed etica della responsabilità, è oggi riconosciuto come uno tra i modelli più attuali e avanzati di sostenibilità.

Varie tappe della sua vicenda imprenditoriale ben dimostrano la sua originalità, tra cui la costituzione dei Consigli di gestione negli stabilimenti di Ivrea nel 1948, per molti anni unico esempio in Italia di organismo paritetico con poteri consultivi di ordine generale sulla destinazione dei finanziamenti per i servizi sociali e l’assistenza. Oppure la riduzione dell’orario di lavoro da 48 a 45 ore settimanali, a parità di salario, avvenuta nel 1956 in anticipo sui contratti nazionali di lavoro, con i sabati liberi e tre settimane di ferie estive.

Il 27 febbraio 1960 morì all’improvviso sul treno Milano-Losanna colpito da una trombosi cerebrale.

 

Compagnia teatrale “QUELLE2Lì”

Giulia Cammarota, classe 1990, è nata e vive a Torino. Diplomata in tre scuole: Liceo Artistico Renato Cottini, Scuola di Teatro Galante Garrone di Bologna e Scuola di circo contemporaneo Cirko Vertigo dove si specializza nella disciplina di filo teso. Diverse sono le esperienze artistiche lavorative tra cui la partecipazione al Fringe Festival di Edimburgo, la collaborazione con la compagnia Mulino ad Arte nello spettacolo “Il medico per forza” di Molière (regia di Marco Cavicchioli), l'esperienza del circo classico itinerante con il circo Acquatico Bellucci, l’attività nella squadra di marionettisti di Maurizio Lupi.

Gloria Cuminetti, classe 1989, è originaria di Albino (BG) e vive a Torino. Dopo il diploma presso il Liceo Socio-Psicopedagogico ha iniziato gli studi di Psicologia, interrotti per diplomarsi presso l'Accademia del Teatro Stabile di Torino diretta da Valter Malosti. Attualmente si sta formando come counselor presso la Scuola di Counseling Umanistico-Spirituale tracciando, con questo percorso, un ponte che unisce il mondo dell'arte a quello della psicologia e della spiritualità. Ha alle spalle varie esperienze artistiche lavorative quali, ad esempio, la collaborazione con la compagnia “The Kitchen Company” diretta da Massimo Chiesa ed Eleonora D’Urso, l’attività di recitazione e ricerca sugli strumenti dell'arte dell'attore nella compagnia di stampo Grotowskiano LabPerm, di Domenico Castaldo, la collaborazione con la compagnia teatrale Klimax Studio, impegnata nel teatro per ragazzi in lingua inglese.

Simonetta Rinaldi

Novembre 2021

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