Divertirsi e aiutare il pianeta; per sport, in vacanza e nel tempo libero
Probabilmente il nome del runner svedese Erik Ahlström risulta sconosciuto ai più, ma di sicuro un numero sempre maggiore di persone conosce e pratica lo sport da lui inventato: il “plogging”.
Con questo termine si intende l’attività di raccogliere rifiuti mentre si fa jogging, contribuendo alla pulizia dei nostri parchi, città, piste ciclabili, ma non solo: anche delle spiagge e sentieri dove trascorriamo le vacanze e ogni luogo dove amiamo correre o camminare. Il termine deriva dalla fusione di due termini: “plocka upp”, che in svedese significa raccogliere, e “jogging”. Oltre ad essere un’attività sana, è un’eccellente forma di comunicazione che diffonde la sensibilità ambientale. Infatti, grazie all’azione virale dei social, questa buona pratica ha contagiato fin dall’inizio tantissime persone. Basta navigare sul web per rendersi conto di quanti Plogger sono attivi nel mondo. Addirittura da qualche tempo sono state istituite delle vere e proprie giornate dedicate, come i “Plogging Day” proposti da Plastic Free Odv Onlus (www.plasticfreeonlus.it), dove ognuno può organizzarsi in solitaria o in compagnia e, alla fine, pubblicare le proprie foto in Facebook, con il “bottino” di rifiuti raccolti durante l’attività.
Ahlström non è stato il solo ad avere l’idea. Esistono infatti iniziative analoghe come “Keep clean and run” (https://keepcleanandrun.com), oppure “Clean running”. Comunque sia, l’iniziativa che di per sé è nata come atto individuale, è divenuta un movimento seguito in 40 Paesi del mondo. Basti pensare che un post di Erik su Well-Rounded Life ha ottenuto addirittura oltre 14 milioni di visualizzazioni.
Oltre ad essere un eccellente modo per tenersi in forma in città, il plogging può essere praticato durante le escursioni nei luoghi delle nostre vacanze o nelle passeggiate sulle spiagge mete delle nostre ferie. Tutto quello che serve, è attrezzarsi con guanti e un sacchetto capiente. Un modo divertente per fare bene all’ambiente e alla nostra salute, sentendosi parte di un’azione collettiva che abbraccia tutto il pianeta
Simonetta Rinaldi