Un incontro su consumo consapevole e lotta allo spreco alimentare.
Siamo sicuri che basti essere consumatori consapevoli?
Ci chiediamo spesso cosa possiamo fare come consumatori. Ma se la domanda fosse sbagliata? Se il mito del consumatore consapevole fosse controproducente?
Ci siamo concentrati sui comportamenti individuali dimenticandoci delle responsabilità politiche. La soluzione per affrontare la crisi ecologica, sociale e climatica è l'azione collettiva. A partire dal cibo.
Parte da questa provocazione l’incontro con Fabio Ciconte, l’autore del libro “Il cibo è politica”, ospite a Bergamo del DessBg, il Distretto di Economia Sociale e Solidale bergamasco che nell’ambito dell’area di lavoro “lotta allo spreco” ha organizzato questa serata formativa mercoledì 28 maggio alle 18.30 presso il locale Le Gattare - Ritrovo Enogattonomico, in via Carducci 6 a Bergamo.
Pieno il locale, non solo di gatti, e numerose le domande suscitate dall’intervento dello scrittore e giornalista che nel presentare la sua ultima opera pubblicata per Einaudi ha dialogato con Raffaele Avagliano, coordinatore della Dispensa Sociale di Bergamo, introdotti dalla vicepresidente DessBg Laura Norbis che ha indicato alcune iniziative che si stanno organizzando, compresa la cena “il Gusto dello spreco – Taste the Waste al Bopo il 28 giugno e altri momenti di formazione, approfondimento e sperimentazione previsti per il prossimo autunno. A partire proprio dai temi più sentiti, come il contrasto allo spreco alimentare e il consumo critico, Fabio Ciconte ha riflettuto su ciò che il non profit e le economie sociali sono riuscite a fare in questi anni, ma anche su che cosa non hanno ottenuto nel percorso verso una reale transizione ecologica. Nel libro, infatti, l’autore afferma che «Ci siamo convinti di cambiare lo stato delle cose esclusivamente con l’azione individuale: abbiamo pensato di poter risolvere l’emergenza climatica mangiando meno carne, sprecando meno cibo o usando meno plastica. Eppure, la crisi ecologica, sociale ed ambientale non accenna a risolversi. Questo libro parte, dunque, da un interrogativo: è davvero sufficiente essere dei bravi consumatori? È arrivato il momento di ammetterlo: non saranno solo le nostre azioni quotidiane a metterci in salvo. Anzi, rischiano addirittura di essere parte del problema, perché ci distraggono dalle responsabilità reali della politica e dei mercati.
Ecco perché bisogna ritornare ad agire collettivamente, perché il cibo è, innanzitutto, politica».
Una riflessione che è molto di più che una provocazione, poiché come è emerso, il sistema dipende molto da fattori di scala che solo la collettività nel suo insieme, e dunque la politica, può riuscire a influenzare.
L’elevato valore simbolico e pratico delle scelte personali non deve in ogni caso sostituire l’ambizione, se non proprio la lotta a cambiare l’intero sistema cibo, dall’agricoltura alla finanza, dalla distribuzione all’informazione.
Al termine della serata, il locale Le Gattare ha offerto un aperitivo «finger food» anti-spreco, ovvero preparato (quasi) esclusivamente con eccedenze alimentari fornite dalla Dispensa Sociale di Bergamo.