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La donna nel mondo contadino. Riflessioni da “L’albero degli zoccoli”

Il Filandone di Martinengo dove sono state girate alcune scene del filmIl Filandone di Martinengo dove sono state girate alcune scene del filmIl Filandone di Martinengo dove sono state girate alcune scene del filmIl Filandone di Martinengo dove sono state girate alcune scene del filmIl Filandone di Martinengo dove sono state girate alcune scene del film

Rosangela Pesenti, studiosa e saggista, racconta quanto il ruolo della donna sia stato determinante nella civiltà contadina sino a epoche più recenti

Quando incontriamo Rosangela Pesenti – femminista, Presidente dell’Associazione Nazionale degli Archivi dell’Unione Donne in Italia e membro della Segreteria nazionale per la stessa associazione – e introduciamo il tema di questo articolo per celebrare la festa della donna, veniamo immediatamente corretti.

«L’8 marzo non nasce come festa della donna, bensì come Giornata Internazionale della Donna, ufficializzata dall’ONU nel secondo dopoguerra. Sono però sconosciute a molti le origini di questa celebrazione, pochissimi conoscono il vero motivo per cui venne scelta la data dell’8 marzo: in quel fatidico giorno del 1917 le operaie russe si sollevarono contro il governo zarista per invocare la fine della guerra e quello fu di fatto l’inizio della famosa Rivoluzione di febbraio (quello il mese secondo il calendario allora vigente in Russia), una rivoluzione cominciata dalle donne.

Quindi l’Internazionale comunista la scelse come data per la Giornata delle operaie. Ma già nel 1910, durante il settimo congresso della II Internazionale socialista, si era sollevata la questione del diritto di voto alle donne». In seguito si decise di darne una connotazione di respiro più internazionale e le donne italiane lottarono molto per imporre la ricorrenza a livello globale.

Non scelsero di rifarsi esplicitamente alla Giornata sovietica dell’operaia, ma si prese come pretesto una serie di disgrazie e incidenti sul lavoro avvenuti a donne in giro per il mondo, come il celebre rogo della fabbrica “Triangle”, che però non avvenne l’8 marzo né coinvolse solo ed esclusivamente donne.

Quindi ci fu una sostanziale confusione di fondo, che ancora oggi viene veicolata dai media. «Questa è stata resa una festa negli anni Novanta per depotenziarne il valore, perché il mercato ormai lanciava l’idea di una donna libera, emancipata, che pensa solo a divertirsi».

La donna tra film e realtà

Dopo questa precisazione, spostiamo l’attenzione sulla famosa pellicola del regista bergamasco Ermanno Olmi, che quest’anno compie 40 anni dalla premiazione come miglior film al Festival internazionale del cinema di Cannes (1978).

Questa ricorrenza sarà celebrata nei prossimi mesi con numerosi eventi, tra i quali un convegno sulla visione della donna ne “L’albero degli zoccoli”, che si terrà al Filandone a Martinengo sabato 10 marzo alle 17.30 e nel quale interverrà proprio la Pesenti per spiegare la condizione femminile nel mondo contadino di fine Ottocento.

«Pur essendo il film molto fedele alle condizioni dell’epoca», spiega, «non entra nel merito della capacità di lotta dei contadini, in particolare delle filandere. Il mondo contadino dell’epoca, profondamente cattolico, non era in realtà così timorato di Dio e passivo». Era anche un mondo, quello del popolo cattolico, che cercava di reagire ai soprusi (si pensi ai moti milanesi del 1898, contemporanei ai fatti raccontati nel film), dove le donne avevano un ruolo decisamente rilevante. Infatti Rosangela Pesenti ricorda la figura della “regiura”, ovvero della “reggitora”, che era la moglie del capofamiglia, una figura autonoma in grado di indirizzare le scelte dei parenti e di tenere a bada marito e figli. Una figura spesso poco considerata, pur essendo essa caratteristica della pianura padana fino ad anni molto recenti.

E poi non bisogna dimenticare il “fenomeno collettivo” delle lavandaie durante il lavaggio dei panni: era l’unica vera occasione, per le donne, di incontrarsi e socializzare.

Un momento fondamentale non solo dal punto di vista della praticità, ma anche nella tenuta del tessuto sociale, rinforzato in questo caso dalle donne, mentre i mariti erano nei campi a zappare la terra. Nel film di Olmi emerge per esigenze narrative solo una lavandaia solitaria.

Mentre per inquadrare il contesto sociale del tempo occorre considerare «la visione collettiva delle donne, nonché la loro rilevanza nella tenuta del nucleo familiare. Troppo spesso le immaginiamo come soggetti succubi e passivi, ma non era proprio così, o almeno non ovunque».

Le donne oggi

Alle donne restano ancora molte battaglie da intraprendere. «Pensate», racconta Rosangela, «che fu necessario alle Nazioni Unite, nel 1995 a Pechino, precisare che i diritti espressi nella Dichiarazione universale dei diritti umani (1948) sono estensibili anche alle donne, e questo su pressione soprattutto delle femministe di Paesi poveri, come l’Africa, l’India e l’America latina».

Le donne sono un collante fondamentale, persino laddove non lo immagineremmo, ovvero in una società contadina maschilista di fine Ottocento, che tanto ancora lascia tracce di sé nel nostro mondo moderno e che Olmi ha contribuito a fissare nella storia del cinema.

Lorenzo Dell'Onore 

 

10 marzo > Speciale L’Albero degli zoccoli Tour, convegno e cena

Sabato 10 marzo si terrà uno degli incontri dedicati al quarantesimo anniversario della vittoria della Palma d’Oro a Cannes del film L’Albero degli zoccoli di Ermanno Olmi.

Alle 15.30 è in programma un tour guidato nei luoghi martinenghesi che hanno fatto da set al film, a cura della Pro Loco. Sempre a Martinengo, alle ore 17.30, un’importante conferenza al Filandone, luogo esemplificativo dell’archeologia industriale in cui sono state girate alcune scene del film con le operaie al lavoro. Fra i relatori, Rosangela Pesenti, che ripercorrerà la figura della donna dal contesto agricolo a quello industriale, con spunti e immagini tratti dal film.

A conclusione delle celebrazioni, alle ore 20, presso il prestigioso Palazzo Colleoni di Cortenuova (Bg), una tradizionale cena in occasione della Giornata della donna, con piccoli interventi tra una portata e l’altra, in un’atmosfera piacevole e conviviale. Per maggiori informazioni:

www.martinengo.org - Tel. 0363 988336.

 

Consiglio di lettura

Per chi volesse approfondire segnaliamo anche il libro: "8 marzo: una storia lunga un secolo", di Marisa Ombra - vicepresidente dell’ANPI - e Tilde Capomazza, prima regista donna in RAI, recentemente scomparsa.

Febbraio 2018

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