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Open! Studi aperti

Open

 

Venerdi al festival un convegno in collaborazione con l’Ordine degli Architetti di Bergamo

Nei giorni 18, 19 e 20 maggio, in concomitanza con l’evento nazionale “Open! Studi Aperti” (vedi box), l’Ordine degli Architetti di Bergamo sarà presente alla 7a edizione del “Festival dell’ambiente” con un proprio stand, dedicato alla promozione della cultura architettonica e al ruolo specifico e strategico dell’architettura in relazione alle tematiche ambientali.

La scelta nasce dalla convinzione che, oggi più che mai, le risposte a temi di rilevanza sociale urgenti e sentiti come la questione ambientale, investendo i contesti urbani e territoriali e le loro trasformazioni, non possono che passare dal progetto. In questa prospettiva l’architettura - intesa nella sua accezione più ampia di “insieme delle modifiche e delle alterazioni introdotte sulla superficie terrestre, in vista delle necessità umane” secondo la nota definizione di W. Morris, pioniere della modernità - viene nuovamente investita di responsabilità sociale: la sua capacità di leggere e interpretare i fenomeni territoriali diventa una risorsa e un contributo imprescindibile per la definizione dei nuovi strumenti operativi di cui le società si dovranno dotare per fronteggiare le nuove emergenze.

Un patrimonio di conoscenze che non può più restare nell’ambito ristretto degli “addetti ai lavori” ma che va divulgato e diffuso per costruire percorsi inclusivi e partecipativi, per ribadire l’interesse pubblico dell’architettura e promuovere il riconoscimento del suo valore sociale.
La partecipazione dell’Ordine degli Architetti va quindi intesa allo stesso tempo come momento di accrescimento di consapevolezza e come precisa scelta di messa in discussione dei confini disciplinari, in un’ottica di condivisione dei saperi che è l’unica possibile per fronteggiare la complessità contemporanea. Percorsi come la Ley de la Arquitectura recentemente approvata in Catalogna non vanno letti come operazione autoreferenziale, di una professione attenta solo a difendere i propri interessi e vantaggi, ma fanno riferimento a un’interpretazione ampia (e inclusiva) del mandato progettuale - come tra l’altro auspicato dall’Unione Europea - e all’attenzione per l’interesse generale, chiamando la cultura del progetto a fronteggiare questioni fondamentali quali l’idoneità e la qualità tecnica delle costruzioni, il miglioramento della qualità della vita delle persone, la sicurezza e l’accessibilità degli ambienti, la coesione sociale, la convivenza e l’integrazione, la compatibilità ambientale e paesaggistica degli insediamenti, la sostenibilità ambientale, economica e sociale, l’efficienza energetica degli edifici, la bellezza, la valorizzazione del paesaggio e del territorio, la tutela del patrimonio artistico. Istanze che il Dipartimento Cultura del CNAPPC (Consiglio Nazionale Architetti) - che coordina l’attività di un gruppo di lavoro dedicato di cui fa parte il presidente dell’Ordine di Bergamo Gianpaolo Gritti - ha inserito nella proposta di legge per l’architettura in corso di definizione.
Una presenza che testimonia di una professione capace di mettersi in discussione, di riorientare le proprie strategie e di accogliere il tema ambientale all’interno dei percorsi progettuali, come racconta il libro di Marco Bovati Il clima come fondamento del progetto (Christian Marinotti Edizioni, 2017) che verrà presentato al pubblico venerdì 18 maggio alle ore 15.00 presso la Sala Galmozzi di via Tasso 4 a Bergamo. Ai partecipanti verranno riconosciuti 2 crediti formativi professionali (CFP).

P.V.

 

L’iniziativa ; “Studi Aperti” a Bergamo

Entrare nei luoghi in cui lo spazio che ci circonda prende forma, in cui si pensano, si progettano e si discutono gli spazi della nostra vita quotidiana è un modo per comprendere quanto lavoro ci sia dietro un progetto di architettura. È da questa convinzione che nasce, nel 2015, Studi Aperti, frutto di una collaborazione tra l’Ordine degli Architetti di Bergamo e quello di Parigi. Un evento per far conoscere il valore dell’architetto come figura di impegno civile e culturale all’interno della comunità che dall’anno scorso è diventato nazionale (circa 30.000 visitatori in 85 Province), con l’obiettivo di rappresentare nel senso più ampio l’intera comunità professionale e di mostrare ai non addetti ai lavori il mondo dell’architettura in tutte le sue declinazioni.

Focus > Il libro Il clima come fondamento del progetto di Marco Bovati

Il volume affronta in maniera originale un tema antichissimo: quello del rapporto tra uomo, architettura e ambiente. L’argomento è sviluppato dal punto di vista del progetto, privilegiando un approccio che esalta da un lato il ruolo dello spazio interno ed esterno nella costruzione dell’architettura e delle città sostenibili e dall’altro provando a rimettere l’uomo, inteso sia in qualità di fruitore che di progettista, al centro del fare architettura.
Il libro propone un inquadramento storico-critico del rapporto tra clima e costruzione dell’habitat ed un approfondimento di alcune questioni metodologiche e operative legate al pro- getto sostenibile.

Completano il libro un’intervista a Georg W. Reinberg, padre dell’architettura bioclimatica e pioniere della sostenibilità, ed una selezione di suoi disegni originali. Marco Bovati è docente di Progettazione architettonica e di Teoria del progetto e professore associato in Composizione architettonica e urbana presso il Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano.

Maggio 2018

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