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Speciale Turismo SOStenibile - Preservare habitat naturali

Lavorare per la natura e un turismo responsabile

La storia del Centro Sperimentale per la Tutela degli Habitat (Cestha) che salva animali marini in pericolo e investe in ricerca e sensibilizzazione

Cestha, il Centro Sperimentale per la Tutela degli Habitat, è un luogo dove le creature marine ferite e in difficoltà possono trovare cure e sostegno. Il fine è quello del reinserimento nell’habitat naturale di appartenenza, curati e in buone condizioni di salute. Il direttore del centro Simone D’Acunto, racconta in questa intervista la meravigliosa realtà di Cestha, in Italia unica nel suo genere.

Come nasce CESTHA

“Cestha nasce dalla follia visionaria di due ragazzi convinti che fosse possibile fare della tutela ambientale un lavoro” racconta Simone D’Acunto, direttore del Centro. Il motore catalizzatore del progetto è stata la forte volontà di attivarsi in maniera concreta per la salvaguardia dell’ambiente, sempre più danneggiato da irresponsabili attività antropiche, partendo dalla protezione del proprio territorio: nello specifico si tratta del nostro Mar Adriatico. Grazie alle numerose competenze acquisite nel corso degli anni, a fronte di collaborazioni con varie realtà operanti nel settore della tutela ambientale, a cui si sono aggiunte un po’ di incoscienza giovanile e sana presunzione, i due ragazzi sono riusciti a coinvolgere altri tre professionisti, dando vita ad un appassionato team di cinque persone che oggi lavorano quotidianamente per preservare l’ambiente nel senso più ampio del termine: dai salvataggi veri e propri di esemplari di specie marine feriti e in difficoltà, fino a percorsi di sensibilizzazione ed educazione ambientale rivolti al grande pubblico.

Il lavoro di CESTHA

L’associazione è un Centro Ricerche riconosciuto, il cui focus del lavoro verte principalmente su 3 filoni separati ma interconnessi tra loro, ovvero la Ricerca, la Conservazione e la Divulgazione.

RICERCA

I progetti di ricerca vengono sviluppati attraverso la candidatura e, quando i risultati sono positivi, l’esecuzione è generalmente finanziata attraverso bandi regionali, nazionali o europei. Un aspetto su cui il team di Cesta punta molto l’attenzione è rivolto alla pesca sostenibile, sviluppando azioni di ricerca di nuovi attrezzi affinché le attività di pesca vengano svolte in maniera responsabile e senza danneggiare gli ecosistemi, nell’intento di preservarne la biodiversità; mitigando l’impatto dei sistemi di pesca esistenti sulle specie già a rischio e qualificando i prodotti più sostenibili. Secondo i dati della FAO, il Mar Mediterraneo è uno dei mari con più biodiversità in assoluto al mondo, ma anche tra i più sovrasfruttati: attingere alle sue risorse in maniera sostenibile evitando di danneggiare la biodiversità e assicurandone le funzionalità per le generazioni future è un aspetto fondamentale quando si parla di protezione dell’ambiente e del territorio.

CONSERVAZIONE

I progetti di conservazione vengono sviluppati principalmente attraverso autofinanziamento e vedono nella sede operativa sita a Marina di Ravenna (RA) il cuore pulsante di questa attività. La sede è collocata all’interno del vecchio mercato del pesce, luogo in cui si trovano delle vasche che servono ad accogliere gli animali marini feriti e in difficoltà, curarli e liberarli nuovamente in mare all’esito del percorso curativo. Il centro si occupa di numerose specie che arrivano lesionate dalle catture accidentali della pesca professionale: dalle più piccole come i cavallucci marini, fino alle tartarughe. La vera innovazione in questo campo è che CESTHA è il primo e (purtroppo) ancora l’unico centro d’Italia di recupero per elasmobranchi (classe di pesci a scheletro cartilagineo, come lo squalo). Nello specifico, Cestha si è specializzato nel salvataggio del trigone viola e nella sensibilizzazione di pescatori e turisti alla sua protezione.

DIVULGAZIONE

La divulgazione è il terzo fondamentale tassello del lavoro: se non viene portata avanti un’adeguata sensibilizzazione, trasmettendo l’importanza della salvaguardia delle specie locali e della tutela della biodiversità alle persone, non sarà mai possibile ottenere un’effettiva tutela ambientale e un reale cambiamento. CESTHA è una realtà che si avvale esclusivamente di professionisti adeguatamente formati. Tuttavia, per chi desiderasse offrire un contributo concreto è possibile attivarsi tramite l’iniziativa “Citizen Science” attraverso la quale il centro di ricerca si occupa di sensibilizzazione e coinvolgimento attivo della cittadinanza interessata ad agire in prima persona per la salvaguardia dell’ambiente.

L.Z.


La storia dei trigoni viola

A proposito di squali (elasmobranchi) la specializzazione del Centro di Ricerca riguarda proprio i trigoni, una specie abbastanza numerosa nei nostri mari che incontra spesso l’uomo (pescatori e turisti) da parte del quale, purtroppo, subisce significativi danni e lesioni. “Quando parlo alle persone dei trigoni – prosegue Simone – racconto sempre che uno dei motivi per cui sono tanto temuti è che probabilmente tutti ci ricordiamo del famoso documentarista australiano (Stewe Irwin, ndr.), che abbracciava coccodrilli e sfidava leoni, che alcuni anni fa venne ucciso da un trigone.” Effettivamente, Irwin sarebbe potuto morire azzannato da un leone o da un coccodrillo vista la tipologia di imprese rischiose che era solito portare avanti con animali selvatici, eppure il fatto che a provocare la morte fu proprio un trigone, elesse quest’ultimo a spaventoso animale feroce e aggressivo. Il pungiglione di queste creature spaventa l’uomo: ad esempio i pescatori, per non pungersi, spesso preferiscono amputare di netto la coda (quando non ammazzano direttamente l’animale) anziché tagliare semplicemente il pungiglione.
L’educazione in questo caso è fondamentale: negli anni, il team di CESTHA ne ha potuto toccare con mano i risultati. Sensibilizzare i turisti che questi animali durante l’estate sono presenti in acque basse esclusivamente per partorire e che se lasciati stare non sono affatto pericolosi, fa sì che ogni anno siano sempre meno i casi di comportamenti irresponsabili. Questo è stato possibile anche grazie al volano mediatico dell’esemplare di trigone chiamato “Sole”, preso a bastonate sulla spiaggia. Sole è stato recuperato, curato e rilasciato dopo ben 6 mesi di cure. L’informazione e la consapevolezza sono le chiavi per il cambiamento, in un’ottica di una effettiva salvaguardia dell’ambiente. Come ricorda Simone D’Acunto, se una persona viene informata e diventa consapevole del fatto che tirare fuori una stella marina dall’acqua per fotografarla è pericoloso per la sopravvivenza della stella, allora eviterà di porre in essere questo comportamento. Cosi come chi si approccia alla subacquea dovrebbe essere informato degli accorgimenti da adottare per non danneggiare l’ambiente circostante con i movimenti delle pinne. Ancora una volta, dunque, abbiamo un’ulteriore testimonianza di come solo con una adeguata informazione si possa assumere consapevolezza e dunque contribuire in maniera positiva al cambiamento.

 

Luglio 2021

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