feedFacebookTwitterlinkedinGoogle+

infoSOStenibile

Donizetti. In scena una doppia rinascita

Donizetti. In scena una doppia rinascita

Nel cantiere del teatro cittadino l’opera che si considerava perduta  e che una giovane musicologa ha riportato alla luce

Due rinascite, una musicale e una edilizia. Due cantieri, uno fatto di partiture e l’altro di impalcature. Due serate memorabili (tenutesi il 16 e il 21 novembre) e un unico grande spettacolo che ha emozionato e richiamato appassionati non solo dalla città, ma da tutto il mondo. Così, in un Donizetti ancora in restauro, è andata in scena «L’ange de Nisida», opera in quattro atti con le musiche del compositore bergamasco che, per la prima volta e a distanza di quasi 200 anni dalla sua creazione, si è presentata al pubblico.

La partitura dell’opera, che si credeva perduta dopo il mancato debutto al parigino Théâtre de la Renaissance, è stata recuperata e ricostruita. Una giovane musicologa, Candida Mantica, ha lavorato per otto anni sui fogli manoscritti, conservati alla Bibliothèque Nationale de France di Parigi e sparpagliati in diciotto contenitori, fino a identificare circa 470 pagine manoscritte di Donizetti, grazie anche alla copia di una bozza del libretto conservata a Bergamo.

Una messa in scena essenziale, delicata, con i costumi ritagliati come merletti, i fogli sparsi intorno a uno spazio d’acqua immaginario, i protagonisti in una platea ancora sgombra e il pubblico intorno, seduto nei palchi e nella tribuna in palcoscenico. Rapito, ammaliato dalla meravigliosa fragilità di una storia che pare rinascere dalla pancia del teatro. Fra luci e ombre, rose e partiture lanciate dal coro affacciato in galleria, si sono mossi i personaggi: Lidiia Fridman, soprano di appena ventitré anni, è stata la contessa Sylvia de Linarès, mentre Florian Sempey ha vestito i panni di Don Fernando D’Aragona, uomo egoista che pretende, pur non sposandola, di possederla. Accanto a lui il fedele Don Gaspar, interpretato da Roberto Lorenzi, e poi Konu Kim, nel ruolo dell'innamorato e ingenuo Leone de Casaldi, e ancora Federico Benetti a dar voce e corpo al Monaco, mandato dalla Santa Sede per indagare sulla relazione scandalosa tra il Re e la sua “favorita”.

 

L’Orchestra Donizetti Opera è stata diretta da Jean-Luc Tingaud, il Coro Donizetti Opera da Fabio Tartari, mentre le scene sono state affidate ad Angelo Sala e i costumi a Margherita Baldoni. A realizzare l’intero incantesimo, questo “sogno di due notti di mezzo autunno”, però, è stato Francesco Micheli, il direttore artistico del Donizetti Opera Festival, che ha saputo cogliere l’occasione: un’opera inedita (in forma solo di concerto si era potuta ascoltare a Londra, al Covent Garden, il 18 luglio 2018), in un luogo e in un tempo inediti. 

Verso un teatro rinnovato 

Questo perché il restauro del teatro, iniziato a febbraio del 2018 e che dovrebbe concludersi nell’estate del 2020, dopo «L’ange di Nisida» ripartirà. Il progetto è ingente: previsti una nuova impiantistica e diversi interventi funzionali, fra i quali spiccano la sistemazione della sala teatrale, del sistema degli ingressi e del foyer, il rinnovo delle facciate esterne, la realizzazione di sale di prova, di un bar e di un bookshop, oltre ad ascensori e rampe per i disabili e all’impianto di condizionamento. In programma anche il completo ripristino degli arredi, comprese tutte le sedute fisse della sala e i mobili dei palchi.

I lavori, che prevedono un costo complessivo di 18 milioni di euro (garantiti da enti pubblici e da un significativo apporto di privati), trasformeranno il teatro - negli intenti della Fondazione nata con l’obiettivo di valorizzare le attività del Donizetti e di avviare e coordinare tutte le operazioni di recupero - «in una vera e propria casa della cultura da vivere tutto l’anno. Un luogo vivo e sempre aperto, uno spazio unico, di incontro e di socializzazione, un luogo veramente pubblico, prestigioso e insieme familiare». E se «L’ange de Nisida» è stata la prova generale, le premesse per realizzare il sogno ci sono tutte.

Michela Offredi

 

Ph. Credit: Gianfranco Rota

Dicembre 2019

Articoli Correlati

Incontri, scambi, momenti formativi e ludici hanno arricchito la nuova edizione della...
Dal 21 giugno al 12 luglio torna il festival organizzato da Legambiente Bergamo che...
Il recente libro di Elena Granata evidenzia come le donne abbiano sempre maturato un...
Al Polaresco l’1 e il 2 giugno un fine settimana dedicato ad ambiente, natura e cura del...