Tra profumi, chiacchiere e sapori autentici il mercato agricolo del Parco dei Colli racconta la passione dei produttori locali
Ogni sabato mattina, nella cornice suggestiva di Valmarina, si rinnova un appuntamento imperdibile: dalle 9 alle 12.30, nel complesso dell’ex monastero benedettino prende vita il Mercato agricolo del Parco dei Colli di Bergamo: un punto di incontro tra produttori e cittadini, dove la spesa diventa un gesto di attenzione verso l’ambiente e di sostegno all’economia locale. Le bancarelle sono animate delle aziende agricole in arrivo dal territorio del parco, alcune vengono anche da fuori. Ma, sempre, produttori di vere e proprie squisitezze a chilometro zero. A partire da frutta e verdura fresca di stagione, colte la mattina presto e arrivate direttamente sul banco, per passare a succhi, uova, vino biologico, formaggi vaccini e caprini, persino il budino di capra e lo yogurt. Spazio anche ai prodotti da forno: pane, brioches fresche, focacce e biscotti. Non mancano il miele e le confetture.
Quando comprare locale fa bene a tutti
“Il Parco dei Colli di Bergamo si impegna a valorizzare un modello di agricoltura che genera benefici per tutti: per le aziende agricole, che trovano un canale diretto per far conoscere i propri prodotti; per i consumatori, che possono scegliere alimenti di qualità e di provenienza locale; per il territorio, che trae vantaggio da pratiche sostenibili” afferma il presidente del Parco dei Colli, Oscar Locatelli.
Qui la spesa segue i ritmi della natura, con i prodotti di stagione, e si fa lenta: c’è sempre tutto il tempo di chiacchierare con chi produce quello che vende. Il rapporto con gli agricoltori è diretto: i visitatori possono porre domande circa le caratteristiche e le modalità di produzione.
“Il Mercato agricolo vuole avvicinare i cittadini a un consumo più responsabile e sostenibile – sottolinea Pasquale Bergamelli, del settore Agricoltura, tutela ambientale e verde del Parco - La filiera corta garantisce stagionalità e freschezza. Ma offre anche qualcosa di più: la possibilità di conoscere le persone che stanno dietro al prodotto. E facendo una spesa attenta all’ambiente, si sostiene anche l’economia microlocale”.
Un nuovo bando per coltivare il futuro
Il mercato sta giungendo alla tradizionale chiusura invernale, per poi riaprire in primavera. In attesa di una nuova stagione, il Parco pubblicherà a breve il nuovo bando per l’assegnazione degli spazi: il documento definisce i criteri chiari di partecipazione, rivolgendosi a produttori in grado di rappresentare in modo coerente i valori dell’iniziativa. Come si legge nel documento, il Parco intende innanzitutto favorire le aziende che assumono come principio irrinunciabile la tutela dell’ambiente e della salute del consumatore: realtà che operano con metodi rispettosi dei suoli, delle acque e della biodiversità e che considerano la qualità dei prodotti come il risultato di pratiche agricole attente e responsabili.
Allo stesso tempo, il bando vuole valorizzare i produttori che rispettano in modo rigoroso le norme a tutela dei diritti dei lavoratori. Un ulteriore obiettivo riguarda il sostegno allo sviluppo delle aziende agricole locali, spesso impegnate in attività quotidiane che contribuiscono alla cura del paesaggio e alla salvaguardia dell’ambiente. Queste realtà svolgono un ruolo essenziale nel mantenere vive le aree rurali e nel preservare la ricchezza delle colline bergamasche, garantendo un presidio costante del territorio.
Il bando mira, inoltre, a promuovere un’economia basata sulla relazione: un modo di intendere il mercato che va oltre il semplice scambio commerciale e che permette di costruire legami autentici tra produttori e cittadini. La relazione diretta favorisce la fiducia, rafforza la consapevolezza di ciò che si acquista e crea una rete concreta tra chi produce e chi consuma.
Infine, il Parco vuole coinvolgere realtà capaci di condividere e interpretare lo spirito dell’iniziativa, contribuendo attivamente alla sua crescita culturale e sociale.
Particolare attenzione è riservata all’educazione dei giovani e alla diffusione di una cultura del consumo consapevole, perché il mercato possa diventare uno strumento per avvicinare le nuove generazioni ai temi della sostenibilità, dell’alimentazione sana e del rispetto del territorio.
Attraverso il nuovo bando, che sarà presto pubblicato sul sito del parco (www.parcocollibergamo.it) l’ente rinnova il proprio impegno a far crescere un’iniziativa che negli anni ha saputo diventare un punto di riferimento del territorio.
Le voci dei produttori
Come conferma Silvio Milconetti, BerghemBio: «Partecipiamo al Mercato agricolo del Parco da ormai più di sette anni ed essere ospitati nella corte dell’ex monastero significa lavorare in uno spazio aperto, ma riparato, ben organizzato e con una grande valenza storica e paesaggistica.
Questo mercato offre qualcosa di unico, nel tempo si sono create connessioni importanti con le persone che vengono a trovarci. Molti clienti sono ormai affezionati: li conosciamo da anni, si sono instaurati rapporti amicali, ed è un valore aggiunto che difficilmente un grande supermercato può offrire.
C’è chi viene appositamente, chi di passaggio a piedi o in bicicletta e si ferma. Qui non si puntano ai numeri della grande distribuzione: i volumi sono piccoli, e va bene così, perché sono in linea con la produttività delle nostre aziende».
«Partecipiamo al Mercato agricolo dal giorno zero – afferma Federica Cornolti dell’azienda Val de Fic - Sono ormai una decina d’anni che partecipiamo e non abbiamo mai saltato un’edizione, se non i due mesi di pausa tra gennaio e febbraio. Per noi è un’occasione importante per far conoscere i nostri prodotti: formaggi di capra, yogurt e dolci che raccontano il lavoro quotidiano della nostra azienda.
Vendere all’interno del Parco dei Colli ha un valore particolare. Il mercato è piccolo e raccolto, ci conosciamo tutti, c’è un buon rapporto tra produttori e con chi viene a fare la spesa. Abbiamo il nostro punto vendita diretto in azienda e il mercato ci permette di essere più accessibili: qui c’è parcheggio, si arriva facilmente e le persone possono scoprire quello che facciamo senza doversi spostare troppo».


































