feedFacebookTwitterlinkedinGoogle+

infoSOStenibile

Barcellona, la rosa di fuoco

Barcellona, la rosa di fuoco

Picasso, Gaudì e molti altri in mostra al Palazzo dei diamanti di Ferrara dal 19 aprile

Il Palazzo dei diamanti di Ferrara è pronto ad affascinare ancora una volta i suoi visitatori aprendo la stagione espositiva 2015-16 con una mostra di sicuro interesse: “La rosa di fuoco”.

La Barcellona di Picasso e Gaudì”, dal 19 aprile al 19 luglio 2015. L’obiettivo di Maria Luisa Pacelli, direttrice della Fondazione Ferrara Arte e dei Musei Civici, e di Tomàs Llorens e Boye Llorens, curatori, è quello di raccontare l’effervescenza artistica della Barcellona del ventennio a cavallo tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. In quel periodo, come già Parigi e altre città europee, Barcellona viveva l’ascesa economica e culturale che si era avviata nel 1888, quando la città spagnola era stata scelta per ospitare l’Esposizione Universale, anche allora un’occasione per celebrare lo sviluppo economico e urbanistico della città e per porsi come centro propulsore di dirompenti idee di modernità.

Erano anni di grandi speranze per il futuro, fervore culturale, cambiamento dei costumi e sperimentazioni artistiche, ma anche di attentati e conflitti sociali sanguinosi. Proprio un evento drammatico, la Settimana Tragica del luglio 1909, durante la quale le forze dell’ordine repressero violentemente la popolazione insorta è l’evento che simbolicamente conclude la cronologia delle opere esposte. Il termine “rosa di fuoco” (o “rosa de floc”, in catalano), come titola la mostra, era infatti il nome in codice con il quale in alcuni circoli anarchici internazionali era nota Barcellona: l’appellativo si riferiva ai frequenti attentati dinamitardi che colpivano la città in quegli anni.

Sullo sfondo di questa rovente tensione sociale, una schiera di talenti generò una straordinaria fioritura culturale in diversi campi: non solo artistico e architettonico, ma anche musicale e letterario.

La mostra si propone perciò di dare spazio ai grandi nomi di quel periodo, presentandoli attraverso prospettive poco scontate: è il caso di Picasso, che viene raccontato attraverso le opere giovanili realizzate quando il pittore, poco più che ventenne, conquistò la scena artistica catalana e parigina proponendo quadri estremamente eterogenei, nei quali esplorò e sperimentò stili molto diversi; si tratta di opere precedenti al suo passaggio al cubismo, che con quello stile hanno in comune un precoce senso della materia. L’altro grande protagonista della mostra è Antoni Gaudì, geniale e visionario ideatore del modernismo catalano, risposta spagnola all’Art Nouveau parigina; l’architetto fece splendere Barcellona di opere architettoniche straordinarie, curando oltre all’esterno degli edifici, anche il design degli interni.

Nel percorso espositivo, questi due artisti sono affiancati da numerosi altri nomi, forse meno noti ma ugualmente intensi e meritevoli dell’attenzione del pubblico: Ramon Casas, Santiago Rusiñol, Hermen Anglada-Camarasa, Isidre Nonell. Di fronte alla forza delle opere di questi pittori, scultori, scenografi, gioiellieri, architetti, si è travolti da un’esplosione di colori brillanti ed emozioni, come se davvero, nella Barcellona di quegli anni, il fuoco del rinnovamento fosse in grado di influenzare tutte le arti e non soltanto la pittura.

L’ultima sala ricorda che però ogni cosa ha un prezzo, e così il trionfo della modernità e del progresso aveva come contraltare un senso crescente di solitudine e dolore, rappresentato visivamente dalla cromia delle opere, tutte dominate da quel blu che Picasso, insieme ad altri, scelse per rappresentare la sublimazione della sofferenza.

Livia Salvi

Aprile 2015

Articoli Correlati

A Brescia la rete Cauto rinnova e amplia l’accordo: solidarietà tra dipendenti come...
Come le città europee si stanno preparando ad affrontare l’estate più calda di sempre “...
Con Coesi e Confcooperative a Strasburgo per rafforzare ecosistemi territoriali che...