Alla settima Fiera del consumo consapevole curata dalla Cooperativa Gherim una costruttiva tavola rotonda su diritto al cibo, agricoltura e spreco alimentare
Giornata intensa quella del 17 settembre in piazza a Nembro con tanti stand di produttori locali e ben due incontri e dibattiti sui temi di un’agricoltura sostenibile e un cibo sano per tutti. L’agricoltura verso il G7 di Bergamo: questo il titolo della tavola rotonda della mattinata, l’occasione giusta per dialogare sulla situazione attuale dell’agricoltura nel mondo e in Italia, nell’ottica dell’importante appuntamento con il G7 agricolo di Bergamo. Relatori Vincenzo Vizioli presidente nazionale di AIAB (Associazione Italiana Agricoltura Biologica), Giangi Milesi presidente del CESVI, Matteo Rossi presidente della Provincia di Bergamo e Simonetta Rinaldi dell’associazione “Mercato & Cittadinanza”. A coordinarli Diego Moratti, direttore della nostra testata infoSOStenibile.
È stato il Presidente Matteo Rossi a snocciolare subito qualche dato significativo: nei primi sei mesi del 2017 sono sorte ben 38 nuove aziende agricole guidate da un imprenditore under 40. Un’ottima tendenza - tiene a precisare Rossi – che dimostra come dalla nostra terra arrivino tanti segnali da cogliere e considerare in vista di quell’«acceleratore» e catalizzatore che è l’incontro a Bergamo dei sette grandi Paesi del mondo.
I piedi nel borgo, la testa nel mondo. Tra locale e mondiale
Nonostante i trend positivi che in certi casi si registrano, bisogna ormai fare i conti con l’ottica del mercato globale, dominato da poche multinazionali che forniscono - loro soltanto - la quasi totalità delle sementi e dei pesticidi che poi vengono distribuiti agli agricoltori d’Europa. Una simile oligarchia non dovrebbe allarmarci? Giangi Milesi ci ricorda il caso dei coltivatori di arance dello Zimbabwe, che hanno dovuto ingegnarsi non solo per soddisfare la domanda del mercato interno, ma soprattutto per rifornire di materie prime un’azienda locale che afferisce al gruppo della Coca-Cola.
Anche per i piccoli produttori africani - ma la stessa cosa vale ormai anche per le piccole e medie aziende italiane - occorre fare i conti con un mondo sempre più globalizzato, ma senza le garanzie di essere sufficientemente protetti dalla concorrenza spietata delle grandi lobby. Infine da notare che progetti locali che resistono sono quelli che hanno a monte una “preparazione” e sensibilizzazione nella società, condizione per consentire il prosieguo oltre l’intervento esterno. Cosa che dovremo imparare a replicare anche nei nostri territori.
Il bio che cresce
Altra significativa realtà da non sottovalutare è il biologico. Vincenzo Vizioli - Presidente AIAB nazionale - sostiene che l’agricoltura biologica ha subìto, negli ultimi tempi, una forte impennata: la domanda interna di cibo biologico è aumentata del 24% e la superficie agricola di biologico in Italia, nel giro di un solo anno, è passata da un 10% scarso al 14%.
Risultati che fanno ben sperare, ma vanno opportunamente contestualizzati: gli Italiani mangiano davvero frutta e verdura biologica perché sono convinti del benessere che apportano al sistema agricolo? Pare che i motivi principali siano la moda e la paura dei pesticidi. Per crescere veramente, il settore ha bisogno dell’apporto della politica, che difficilmente si concretizza, se non vi sono veri e propri interessi forti. Dunque, per il momento, restano i consumatori a fare da traino. Non solo politica però: molto è il lavoro da svolgere - oltre al tanto già svolto negli ultimi anni - dal mondo delle associazioni e dai cittadini consumatori, attraverso progetti concreti come quelli portati avanti dall’associazione “Mercato & Cittadinanza” e dalla intera rete di Cittadinanza Sostenibile, rappresentata da Simonetta Rinaldi, il cui compito - sostiene - è informare ed educare a un’economia solidale ed ecologica, mantenendo forte il contatto con produttori e agricoltori locali, chiedendo a tutti di fare la loro parte. Trovare il modo di unire le associazioni locali di produttori e agricoltori, smuovere le istituzioni e sollecitare le forze politiche per sostenere le piccole realtà e dar loro una voce in capitolo, in modo tale da far divenire anche l’economia locale un modello di pianificazione attenta cui aspirare: questa è la necessità emersa durante il dibattito a CiboVicino di Nembro. Un refrain da far passare anche attraverso le manifestazioni del G7 e l’attenzione mediatica che ne deriva.
Lorenzo Dell’Onore