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Donne e Agricoltura: due associazioni tutte in rosa

Donne e Agricoltura: due associazioni tutte in rosa

Aumenta la presenza femminile nella produzione di vino e olio, pilastri forti della produzione agricola italiana, in passato riservati agli uomini

Nel mondo mediatico del vino si parla molto al femminile, dal blog inglese “HumbleGrape Wine” che stila la classifica internazionale delle donne che più influenzano il mondo del vino, alla rivista “Wine Enthusiast,” che seleziona per ruoli cruciali in termini di assaggio, selezione e produzione dei contenuti, professioniste appartenenti al gentil sesso. In Italia invece, è di pochi anni fa l’uscita del documentario di Giulia Graglia dal titolo: “Senza trucco – le donne del vino naturale”, tre storie di vignaiole dedite alla coltivazione della vigna e alla produzione di vino con competenza, passione e amore.

Abbandonando l’ambito della comunicazione, a livello nazionale e professionale operano da diversi anni due associazioni che coinvolgono diverse operatrici dei settori enoici e olivicoli: “Le donne del vino” e “Le donne dell’olio”. Si tratta di due associazioni che permettono a chi professionalmente interagisce con il settore enologico e oleico, di accedere alla rete e scambiarsi informazioni, al fine di consolidare questa sempre maggiore presa di coscienza delle proprie capacità tecniche e imprenditoriali, in settori in cui da sempre prevale la figura maschile.

Le donne del vino

Ben 25 anni fa, nasce “Donne del vino”, che ormai vanta circa 650 socie a livello nazionale che operano nel mondo della produzione e comunicazione vinicola, oppure possiedono e gestiscono attività di ristorazione. La presenza femminile nel campo vitivinicolo è presente da tempo, anche se troppo spesso relegata dietro le quinte. Il cambiamento principale cui si assiste negli ultimi anni, risiede nel fatto che sempre più donne conducono e gestiscono esse stesse attività di questo tipo, con la consapevolezza di poterlo benissimo fare e di avere le competenze necessarie. Molte anche le donne che si sono trovate a ereditare questa tipologia di attività e altrettante quelle che consumano questa bevanda, la assaggiano, la sanno valutare e sono in grado di fare delle scelte qualitative. Il mondo del vino, quindi, non è più un settore precluso al genere femminile, grazie anche al lavoro che ha portato avanti questa associazione; nella bergamasca sono circa una decina le associate, tra produttrici e ristoratrici.

Le donne dell’olio

Ben più recente è invece la storia dell’associazione “Le donne dell’olio” nata 14 anni fa a Cavaion Veronese, la cui attività è meno nota perché meno valorizzato risulta essere il settore a cui si riferiscono. «Il nostro obiettivo è fare cultura, facendo emergere il lato conciliante e costruttivo delle donne» sostengono le portavoci.

A differenza di quella a tema enoico, l’associazione è aperta a tutte le donne, comprese le simpatizzanti; possono quindi aderirvi produttrici, assaggiatrici, agronome, oleologhe, operatrici commerciali, giornaliste, ma anche semplici consumatrici.

Quelli illustrati sono due semplici esempi di come, nel corso degli anni e con il relativo lavoro svolto sul territorio italiano, il ruolo della donna, in comparti agricoli importanti per l’economia italiana, si sia intriso di consapevolezza, distinguendosi e affermandosi. Moltissime sono le realtà più o meno recenti di imprenditrici che scelgono la strada della produzione e trasformazione agricola, con una marcia in più quanto a sensibilità, forza e concretezza, non arrendendosi di fronte ai muri culturali e ai pregiudizi, ma dando il giusto valore al proprio ruolo con impegno e dedizione, indipendentemente dalla posizione ricoperta.

Lara Abrati 

 

Marzo 2014

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