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Just Green: per un’economia verde ma anche giusta

A Mozzo (Bg) un incontro europeo di autorità locali e organizzazioni di economia sociale su politiche di economia circolare, decarbonizzazione e filiera agro-alimentare

Ormai l’emergenza climatica non solo è sotto gli occhi di tutti ma è diventata esperienza diretta e spesso drammatica di popolazioni intere anche nel nostro Paese. È opinione comune che sia necessario cambiare i nostri stili di vita, il modo e le cose da produrre, le fonti energetiche da utilizzare, eppure i tempi con i quali questo cambiamento potrà avvenire sono tuttora incerti.

Proprio in questi giorni, a Roma prima e poi a Glasgow, in Scozia, i cosiddetti “grandi della Terra” si sono riuniti e hanno fissato alcune date: 2030, 2050, etc. come limiti massimi per abbassare le quote di emissione di gas serra o per scongiurare l’innalzamento della temperatura del pianeta di +1,5°. Sono traguardi che - per chi già ora sta vivendo questi cambiamenti e rischiando inondazioni e alluvioni, distruzioni di raccolti, frane e sta vedendo “piccoli” uragani abbattersi improvvisamente sulle nostre città – appaiono lontani nel tempo e decisamente fumosi, perché non sono stati fissati i passi concreti e vincolanti che diano sicurezza di questi risultati, né si conoscono i responsabili dei processi che debbono portare a questi cambiamenti.

Dobbiamo rassegnarci ad essere spettatori di quello che grandi investitori, politici e multinazionali decidono alle nostre spalle? Accanto ai “grandi” della Terra in questi giorni abbiamo visto altri grandi (i magnati delle grandi multinazionali) che - vestiti da filantropi - hanno promesso di destinare somme (spiccioli rispetto ai loro profitti) per mettere toppe ai disastri che loro stessi hanno creato e stanno creando. Ma di quale trasformazione pensiamo che si facciano promotori? La domanda diventa allora: cosa possiamo fare noi, nei nostri territori, per accelerare questi cambiamenti e diventare protagonisti di una vera e propria trasformazione che possa incidere nel concreto sulla vita delle nostre comunità? In che modo possiamo fare pressione sui nostri governi e istituzioni, nazionali e locali, perché a casa nostra, ma anche ai livelli internazionali, assumano responsabilità globali?

Emergenza ambientale: giustizia economica, non filantropia

C’è già un’altra economia, sociale solidale, che già da anni ha assunto su di sé la responsabilità di questa trasformazione e ci sono già amministratori locali che, proprio per essere a contatto diretto con il proprio territorio, hanno preso sul serio questa sfida. In Italia ma anche in Europa. Proprio questi soggetti – istituzioni locali ed economia sociale – sono i promotori di un progetto il cui nome “Just Green” è già un programma: si occupa infatti di promuovere l'economia sociale verso un'economia e una società più verde e più giusta e mira a sostenere la transizione verde delle organizzazioni dell'economia sociale in modo che "nessuno sia lasciato indietro".

Si tratta di un progetto che – durante tutto il 2021 – ha visto alcuni comuni europei di 4 Paesi (Portogallo, Polonia, Ungheria, Italia) e organizzazioni dell'economia sociale – tra le quali la rete europea ENSIE - confrontarsi sulle pratiche e le politiche necessarie al processo di transizione ecologica a partire proprio dall'economia sociale e da tre temi portanti: economia circolare, decarbonizzazione e filiere corte alimentari.

Il progetto è finanziato dall'Unione Europea attraverso il programma COSME, è coordinato dal Comune portoghese di Vila Nova de Famalicão e vede coinvolto, come partner italiano, il Comune di Mozzo (BG), responsabile del lavoro sul tema delle filiere corte alimentari.

Gli obiettivi del progetto:

  1. Valorizzare e rafforzare i ponti tra l'economia sociale e l'economia circolare;
  2. Promuovere la decarbonizzazione delle attività dell'economia sociale;
  3. Sviluppare strategie per promuovere le filiere corte e l'agroecologia all'interno dell'economia sociale.

Trasversale a questi tre assi principali è l'obiettivo di non lasciare indietro nessuno e dunque operare per promuovere opportunità di lavoro come fattore di integrazione e dignità; rilevare e dare risposte ai bisogni insoddisfatti e alla qualità dei servizi dedicati alle popolazioni lasciate indietro (persone con disabilità, anziani, persone in povertà); la promozione dell'imprenditoria sociale e dell'innovazione, basata sulla transizione verde e sulle opportunità che questa sta creando.

Economia sociale e filiere agroalimentari

Dal 17 al 20 novembre a Mozzo si riuniranno i partner di “Just Green” e le organizzazioni di economia sociale che ciascun partner ha individuato sul proprio territorio come “terze parti” e che, insieme alle istituzioni locali, sono portatrici di buone pratiche nell’ambito dei tre temi di lavoro. Si tratta del terzo e ultimo workshop. I precedenti, a Giugno e a Settembre 2021, si sono svolti online, sui temi dell’economia circolare e della decarbonizzazione.

Il workshop che si svolgerà a Mozzo è esplicitamente dedicato a sviluppare strategie per promuovere le filiere corte e l’agroecologia all’interno dell’economia sociale ma sarà anche l’occasione per proseguire il lavoro comune di stesura di concept notes per ulteriori possibili alleanze interregionali e per discutere le Linee guida per la politica locale e regionale su una giusta transizione verde. Giovedì 18 mattina porterà la sua esperienza di docente e di esperta di politiche del cibo, la prof.ssa Francesca Forno, sociologa, docente dell’Università di Trento. Venerdì 19 saranno presentate ai partner due esperienze che possono rappresentare altrettante piste di lavoro da diffondere: una, riguardante le cooperative di comunità, a partire da quella nata a Dossena, proprio sul territorio bergamasco; l’altra, quella della fondazione che opera a livello nazionale sul public procurement verde, la Fondazione Ecosistemi.

In prima fila anche il Distretto di Economia Sociale e Solidale bergamasco

Il pomeriggio alle 17:30 avrà luogo un evento dedicato prioritariamente alle istituzioni locali e alla presentazione ai partner di progetto ma anche ad amministratori locali della Provincia del neonato Distretto di Economia Sociale Solidale (DESS) di Bergamo. Il DESS rappresenta un’esperienza rivolta a creare un sempre più profondo rapporto proprio tra l’economia sociale del territorio e le istituzioni locali, affinché la trasformazione invocata attraverso la diffusione di energie pulite, la lotta agli sprechi verso un’economia sempre più circolare, la realizzazione di filiere corte del cibo e lo sviluppo dell’agro-ecologia entri a pieno titolo nelle politiche istituzionali, a partire da quelle delle istituzioni locali più vicine alle comunità territoriali.

È questa la strada da percorrere perché il cambiamento auspicato non si trasformi in un gigantesco green washing che continua a vedere in prima fila gli stessi protagonisti che finora hanno contribuito a sfruttare il pianeta a proprio vantaggio, bensì possa attivare la partecipazione diffusa di chi questa Terra la abita, la coltiva e intende curarla e preservarla per le generazioni future. Finché siamo in tempo!

A cura di Solidarius Italia

Novembre 2021

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