Riduzione di plastica monouso del 10% in quattro aziende lecchesi e del 25% per più di 600 famiglie
Dal febbraio di quest’anno è attivo il progetto “Plastic New Deal: un patto territoriale tra imprese, enti pubblici e terzo settore”, finanziato da Fondazione Cariplo e promosso da Associazione Ambiente e Lavoro, Legambiente Lombardia e Comune di Osnago. Il progetto nato a febbraio di quest’anno, coinvolge quattro aziende del lecchese, che, assieme ai dipendenti e alle loro famiglie, si sono impegnate in un percorso di riduzione dell’utilizzo della plastica monouso. Ambizioso obiettivo del progetto è la riduzione dell’utilizzo di plastica monouso del 10% all’interno delle quattro aziende Top Glass di Osnago, Calvi di Merate, Novacart di Garbagnate Monastero e Novatex di Oggiono. L’iniziativa non impegna solo le quattro aziende del lecchese, ma anche i loro dipendenti e le loro famiglie, per le quali l’obiettivo di riduzione del monouso sale al 25%.
Destinato a concludersi nel luglio 2022, il Plastic New Deal si pone infatti lo scopo di individuare soluzioni alternative all’attuale utilizzo della plastica nei processi produttivi, nel packaging e nei servizi aziendali come mense e spazi comuni, oltre che di sostenere i lavoratori e le loro famiglie (anche attraverso il coinvolgimento delle Rsu aziendali) nelle scelte di riduzione della plastica monouso in contesti domestici.
“Attraverso le Rsu aziendali – afferma Marzio Marzorati, di Legambiente Lombardia - potremo coinvolgere anche i loro lavoratori, per un totale di 631 famiglie complessive sul territorio della Brianza lecchese, analizzando le abitudini di un campione volontario di 30 nuclei familiari e procedendo quindi con formazione e training basato su attività varie. A spingerci non è un’ideologia antiplastica, ma la consapevolezza che serva ridurre il ricorso al monouso, la cui vita termina in pochi minuti. Del resto, questo significa anche fare una scelta economicamente vantaggiosa”.
L’iniziativa, finanziata nell’ambito di un bando di Fondazione Cariplo, avrà un costo complessivo di 130 mila euro. Fondamentale la grande partecipazione territoriale: tra i sostenitori troviamo non solo i comuni di Lomagna, Cernusco, Montevecchia, Verderio, Paderno, Robbiate e Oggiono, ma anche le aziende pubbliche Silea, Seruso e Lario Reti Holding.
“Per la prima volta un modello interviene direttamente nelle aziende e tratta il nodo del materiale plastico monouso utilizzato nei loro processi produttivi, per individuare alternative da introdurre.” – sostiene Wolfango Pirelli dell’associazione Ambiente e Lavoro. A rendere possibili gli obiettivi del Plastic New Deal sono due istituti del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) attraverso le sue sedi di Lecco e Milano: IPCB, istituto specializzato nella ricerca su polimeri, materiali compositi e biomateriali e lo STIIMA, l’Istituto di Sistemi e Tecnologie Industriali per il Manifatturiero Avanzato. I due istituti si occupano infatti di sviluppare proposte alternative alle modalità attuali di utilizzo di plastica monouso nei processi produttivi e nel packaging da sottoporre alle aziende, in vista di una loro valutazione e implementazione. Si tratta di un cambiamento importante nel ciclo produttivo: le quattro imprese coinvolte producono circa 80 tonnellate di scarto di plastica da imballaggio tra approvvigionamento, stoccaggio e produzione e l’impatto ambientale di una riduzione del 10% è sicuramente un grande passo avanti per la Brianza lecchese.
“Si tratta di intervenire riducendo l’utilizzo delle plastiche monouso all’interno del ciclo produttivo, per la prima volta sperimentiamo una relazione significativa in tal senso con il mondo imprenditoriale. - dichiara Barbara Meggetto presidente di Legambiente Lombardia - L’azione riguarda anche il territorio, dove queste imprese agiscono e creano occupazione. Inoltre l’attività con i lavoratori che sono coinvolti nel cambiamento dei propri stili di vita può contribuire a sostenere una sostanziale riduzione nella produzione di rifiuti a livello familiare.”
Selene Mosti