Vacanze a corto raggio, turismo lento, attività open air e strumenti digitali. Le prospettive per l'estate ai tempi del post-Covid
Tra i settori più colpiti dall'emergenza Covid-19, c'è senza dubbio quello dei viaggi e del turismo. Il blocco mondiale degli spostamenti e le misure di contenimento e di prevenzione di nuovi focolai del virus hanno messo in stand by un mondo abituato a spostarsi velocissimamente da un capo all'altro del pianeta, costringendolo a ripensarsi in altri termini.
In Italia, tragico epicentro europeo del Covid-19, le limitazioni hanno investito anche i movimenti tra regioni e, con l'avvicinarsi del periodo estivo, stanno ridisegnando le prospettive turistiche e le tradizionali vacanze degli italiani.
Tutto questo, se da un lato ha causato e sta causando tutt'ora grande sofferenza al comparto turistico, ha avuto anche un altro effetto: ha portato moltissima gente a cercare mete vicine, facilmente raggiungibili all'interno della propria regione, e a valorizzare inaspettatamente le ricchezze turistiche, naturalistiche e architettoniche “vicino casa”. Un modo per sostenere l'Italia e la sua economia, ma anche un modo per ovviare alle difficoltà che – tra aerei e traghetti – potrebbero comportare i lunghi spostamenti. Non solo. L'estate 2020 sta portando molti a orientarsi verso quelle modalità di viaggio che facilitano il distanziamento sociale: via libera dunque a trekking in montagna, a cammini a tappe nell'entroterra italiano, al cicloturismo...
Stayvacation e undertourism
Secondo un'analisi del Centro Studi del Touring Club Italiano, gli scenari che si apriranno per il turismo nei prossimi mesi o anni saranno strettamente connessi sia alla questione sanitaria, sia a quella economica: le ricadute della crisi hanno colpito sia il comparto turistico sia le tasche degli italiani, e questo si tradurrà in un tipo di turismo diverso, probabilmente più povero e ravvicinato. Si affermeranno la cosiddetta “stayvacation”, cioè forme di viaggio di breve e medio raggio, concentrate in Italia e nei dintorni della residenza abituale, e quello che viene definito “undertourism” in contrapposizione con l'”overtourism” degli anni scorsi: si privilegeranno cioè le attività meno affollate, quelle open air, il turismo lento e – in generale – i luoghi meno noti. I viaggi individuali, di coppia o di famiglia, riprenderanno più velocemente di quelli di gruppo, e la ripresa favorirà probabilmente la bassa stagione rispetto al periodo estivo. Infine, grande importanza rivestiranno da qui al futuro gli strumenti digitali per le prenotazioni e per le promozioni territoriali.
Insomma un vero e proprio (necessario) cambio di paradigma. Che sia l'occasione per riscoprire le bellezze italiane che tutto il mondo ci invidia?
Erica Balduzzi