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Ecosistema Urbano 2022: trionfa il Nord-Est

Eccellenze (sempre migliorabili) anche in Lombardia

Bolzano, Trento e Belluno occupano le prime tre posizioni nazionali. Bergamo, Brescia e Cremona spiccano nella gestione delle acque, mobilità e gestione dell’ambiente urbano, ma con margini di miglioramento

Lo scorso 7 novembre è stata presentata a Roma la 29esima edizione di Ecosistema Urbano: il report di Legambiente sulle performance ambientali delle città, in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore. La cerimonia è stata inaugurata dal Presidente di Legambiente Lazio, Roberto Scacchi che, amareggiato per l’88esimo posto in classifica di Roma, auspica che la capitale possa risalire nella direzione giusta in merito alla raccolta di rifiuti e alla mobilità.

Orgogliose invece le voci di sindaci dei comuni di Bolzano, Trento, Reggio Emilia, Vibo Valentia, Napoli, Bologna, Milano e Mantova che hanno evidenziato l’impegno delle amministrazioni comunali e dei propri cittadini per i buoni risultati ottenuti e rilanciando con obiettivi futuri per scalare la classifica.

Su cosa si basa la classifica di Ecosistema Urbano?

A partire dagli anni ‘90, Ecosistema Urbano analizza la qualità e compara le performance ambientali dei 105 comuni capoluogo italiani combinando i dati raccolti da Legambiente con quelli dei database pubblici Istat, Aci e Ispra. L’indice complessivo di Ecosistema Urbano considera 18 indicatori, suddivisi in sei macrocategorie che corrispondono alle principali componenti ambientali presenti in città: aria, acque, rifiuti, ambiente urbano, energia, mobilità.

La qualità dell’aria considera i livelli di azoto (NO2), polveri sottili (PM10) e ozono (O3); quella delle acque comprende i consumi idrici domestici, la capacità di depurazione delle acque reflue e la dispersione della rete. Il totale di rifiuti urbani prodotti e la percentuale che viene differenziata rientrano nella gestione dei rifiuti. L’ambiente urbano racchiude l’estensione della superficie stradale pedonalizzata, la quantità di alberi in aree pubbliche, l’estensione del verde urbano fruibile in aree urbane, l’uso efficiente del suolo e il livello di urbanizzazione in relazione al totale dei residenti nella città. L’indice delle energie rinnovabili corrisponde alla potenza di solare termico e fotovoltaico installata su edifici pubblici. Infine l’indice di mobilità considera il numero di viaggi per abitante ogni anno sul trasporto pubblico e l’offerta del trasporto pubblico urbano, la presenza di piste ciclabili urbane, il tasso di motorizzazione di motocicli e auto circolanti e l’incidentalità stradale.

Ad ognuno di questi criteri viene assegnato un punteggio che identifica il tasso di sostenibilità della città reale rispetto ad una città ideale in riferimento ad una scala che va da una soglia minima, al di sotto della quale non vengono assegnati punti, a un valore che rappresenta il punteggio massimo: traguardo non impossibile da raggiungere poiché, per ognuno degli indici sopra decritti, esiste almeno una città che lo consegue.

Sul podio Bolzano, Trento e Belluno

L’indice aggregato di sostenibilità delle città viene calcolato su un punteggio massimo di 100 punti percentuali. Nell’edizione 2022 nessuna città ha superato l’80%, come aveva fatto Trento in epoca pre-pandemica, la soglia del 75% è superata solo da Bolzano e Trento, seguite da Belluno, Reggio Emilia e Cosenza che superano il 70%.

Bolzano si trova in vetta alla classifica con un indice complessivo del 79,02%, ottenuto grazie a buoni valori nei parametri legati all’inquinamento atmosferico. Conferma il dato relativo alla raccolta differenziata dei rifiuti superiore al 66% e migliora

nella mobilità per quanto riguarda il trasporto pubblico. La città disperde meno di un terzo dell’acqua immessa in rete e aumenta sia le piste ciclabili che la potenza di impianti termici e fotovoltaici installati su edifici pubblici.

Con un’indice complessivo di 76,31%, Trento si posiziona al secondo posto, superata nell’edizione 2022 dopo il primato che conservava da due anni.

Il capoluogo trentino si colloca nei primi posti della classifica grazie al mantenimento della qualità dell’aria, alla diminuzione dei consumi idrici e alla crescita di rifiuti raccolti in modo differenziato. Aumentano i passeggeri che usufruiscono del trasporto pubblico urbano, posizionando la città al terzo posto in questo indice tra quelle di medie dimensioni, dietro solo a Cagliari e Brescia; primeggia invece nell’estensione del verde urbano per abitante.

Sul gradino più basso del podio si piazza Belluno con un indice complessivo di 73,74%. Sale dall’ottavo posto del 2021 mantenendo un buon livello nella qualità dell’aria, diminuendo i consumi idrici e migliorando la percentuale di rifiuti raccolti in modo differenziato. Vero e proprio balzo in avanti è quello che il capoluogo veneto fa registrare nei numeri legati alla mobilità, posizionando la città terza, tra quelle di piccole dimensioni, per numero di viaggi per abitante ogni anno e per l’offerta del trasporto pubblico urbano.

Ma anche chi occupa i primi posti nasconde qualche pecca. Bolzano peggiora rispetto all’edizione 2021 nei consumi idrici e accresce il monte rifiuti prodotto. A Belluno la produzione annua di rifiuti posiziona la città tra i capoluoghi peggiori del Paese; a Trento insieme ai rifiuti aumenta anche l’acqua dispersa dalla rete. Nelle tre città il suolo dedicato ai pedoni resta immobile rispetto all’edizione precedente.

Alcuni primi posti anche per le città Lombarde

È il caso di Cremona, che nella classifica complessiva si trova al 21esimo posto con un indice del 62,21%, ma al secondo posto

per piste ciclabili urbane con 36 metri equivalenti di piste ciclabili disponibili ogni 100 abitanti, dietro a Reggio Emilia, la regina della bici che vanta 46,50 metri equivalenti di piste /100 abitanti; seguono Cuneo (33,35 m eq/100 ab) e Mantova (32,12 m eq/100 ab). La città è riuscita a mantenere la perdita complessiva delle acque sotto alla soglia del 23%, attraverso la fitodepurazione, il recupero delle acque grigie e di quelle meteoriche, aggiudicandosi cinque punti percentuali bonus per il recupero e la gestione delle acque.

La città di Brescia ottiene il 34esimo posto nella classifica complessiva con il 58,98% di indice complessivo, ma si posiziona seconda tra le città di medie dimensioni che meglio gestiscono il traffico di passeggeri nel trasporto pubblico urbano e per la presenza di alberi in area urbana. Dopo il calo repentino del 2020 dovuto all’emergenza sanitaria, il servizio di trasporto pubblico sta lievemente aumentando e Brescia è tra le quattro città che superano i 100 passeggeri per abitante; tuttavia il tasso di automobili circolanti rimane alto e invariato dopo il tracollo legato ai lockdown.

Il 55esimo posto nella classifica complessiva viene attribuito a Bergamo con un indice del 52,23%. Scegliendo di accrescere e tutelare in modo uniforme le aree protette intorno alla città, si aggiudica un posto tra le prime cinque città per l’uso efficiente del suolo, insieme a Bolzano, Bologna, Milano, e Monza.

Scarica il rapporto Ecosistema Urbano 2022

Valeria Ferrari

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Capoluoghi lombardi - ECOSISTEMA URBANO 2022

Pos. Città Punteggio
10 Mantova 67,28
21 Cremona 62,11
28 Sondrio 60,46
34 Brescia 59,98
35 Lodi 58,60
36 Varese 58,06
54 Lecco 52,91
55 Bergamo 52,23
60 Como 51,07
72 Pavia 48,17
84 Monza 45,32

Ecosistema Urbano considera 18 indicatori, suddivisi in sei macrocategorie che corrispondono alle principali componenti ambientali presenti in città: aria, acque, rifiuti, ambiente urbano, energia, mobilità.

 
 
 
 
 
 
Dicembre 2022

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