Biennale di Venezia - 19a Mostra Internazionale di Architettura

L’intento è chiaro: farti sentire — non solo capire — la pressione che esercitiamo sul pianeta. La prima installazione della Biennale, curata da Carlo Ratti, è un monito corporeo sull’impatto ambientale del comfort moderno. È il primo passo di un percorso che si snoda tra i Giardini, l’Arsenale e Forte Marghera e che esplora, con il titolo Intelligens. Naturale. Artificiale. Collettiva., il rapporto tra architettura e un pianeta in rapido cambiamento.
Tre intelligenze per un mondo in trasformazione
«L’architettura è sempre stata una risposta a un clima ostile», afferma Carlo Ratti, architetto, ingegnere e curatore della Biennale.
«Fin dalle prime capanne primitive, abbiamo progettato per sopravvivere e per immaginare un futuro migliore. Oggi serve un nuovo modo di pensare, che unisca intelligenze diverse — quella naturale, quella artificiale e quella collettiva.»
Nel suo manifesto curatoriale, Ratti pone una domanda radicale: come può l’architettura non solo mitigare, ma adattarsi a un mondo che cambia più in fretta dei nostri modelli? «Negli ultimi anni — prosegue — abbiamo vissuto un’accelerazione impressionante. Il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato: incendi, alluvioni, siccità stanno ridefinendo la nostra idea stessa di abitabilità.
La risposta non può più essere solo la riduzione dell’impatto. Dobbiamo imparare a costruire in sintonia con un pianeta trasformato.»
Da qui nasce Intelligens, un neologismo che mescola “intelligenza” e “gens”, cioè popolo, comunità. «Volevo che la mostra diventasse un laboratorio condiviso — spiega Ratti —, un esperimento di intelligenza diffusa. Per questo abbiamo coinvolto più di 750 partecipanti da tutto il mondo: architetti, climatologi, matematici, artigiani, cuochi, programmatori, artisti e agricoltori. Ognuno porta una forma diversa di sapere, e l’architettura si arricchisce di tutte queste prospettive.»
Le tre “intelligenze” si intrecciano in percorsi tematici.
L’intelligenza naturale racconta la materia che vive, cresce e si rigenera; quella artificiale esplora la tecnologia e l’AI come strumenti di adattamento; quella collettiva riconosce la forza delle comunità, dei saperi condivisi, delle trasformazioni spontanee degli spazi urbani. «Non è solo una mostra sull’intelligenza artificiale — sottolinea Ratti —, ma sull’intelligenza in tutte le sue forme. È un invito a ripensare come viviamo, costruiamo e collaboriamo.»
Un percorso articolato fra installazioni L’esempio del padiglione della Serbia
Il percorso della mostra è articolato e ricco di spunti di ogni tipo, meritevoli di approfondimenti prima e dopo la visita in loco. Se la vastità degli spazi espositivi e la ricchezza dei punti di vista nella trattazione della tematica sono notevoli, non sempre i padiglioni e le installazioni proposte risultano efficaci e coerenti con il tema lanciato da Ratti.
Tra le migliori a rappresentare questa visione spicca il Padiglione della Serbia. L’installazione, intitolata Unravelling: New Spaces e curata da Slobodan Jović con un team interdisciplinare di architetti, designer e ingegneri, unisce materiali naturali e tecnologia.
La struttura è interamente realizzata in lana lavorata a maglia, tessuta secondo antiche tecniche artigianali, ma animata da un sistema di motori alimentati da energia solare. Col passare del tempo, i fili si formano e poi si sciolgono e l’opera si trasforma, fino a dissolversi completamente realizzandosi e riciclandosi esattamente nel tempo prestabilito pari alla durata - da maggio a novembre - della mostra.
Qui l’intelligenza naturale è quella della materia viva; l’intelligenza artificiale quella del meccanismo che trasforma; l’intelligenza collettiva è quella delle mani, delle competenze e della comunità che utilizza i materiali solo per il tempo necessario allo scopo. Un’architettura che nasce, evolve e ritorna alla sua origine, in un ciclo di sostenibilità reale — non solo dichiarata, ma praticata.
Dall’impatto sensoriale alla consapevolezza ecologica
La Biennale non offre quindi un percorso estetico, ma un’esperienza che unisce corpo, mente e materia. Venezia, città resiliente per eccellenza, diventa così simbolo di un laboratorio globale: un luogo dove le arti costruiscono ponti tra scienza e sensibilità, tecnologia e responsabilità.
«Intelligens non è solo una mostra — conclude Ratti —, ma un esperimento di sopravvivenza culturale. L’intelligenza non è proprietà di qualcuno: è una forza collettiva che attraversa la natura, le persone e le città. È il nostro modo di imparare ad abitare di nuovo il mondo.».

La Biennale di Venezia - 19a Mostra Internazionale di Architettura
Intelligens. Naturale. Artificiale. Collettiva.
A cura di Carlo Ratti
10 maggio – 23 novembre 2025
Venezia, Giardini, Arsenale e Forte Marghera