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Nostra Eccedenza. Lotta allo spreco alimentare

Presentato da DessBg e infoSOStenibile il libro di Raffaele Avagliano che tratta con cura, chiarezza e intelligenza un tema sottovalutato per la sua cruciale portata

Lo spreco alimentare si combatte davvero solo con il recupero? Perché occorre separare la lotta alla povertà dalla lotta allo spreco? Di chi è la responsabilità e a chi nuoce davvero?

Queste sono alcune delle non banali domande a cui cerca di rispondere il libro di Raffaele Avagliano appena pubblicato per le Paoline, “Nostra eccedenza. La lotta allo spreco alimentare: un impegno per tutti”. E lo fa analizzando l’argomento con una trattazione accurata e avvalorata da dati e lunga esperienza, ma allo stesso tempo sviscerando le tematiche con una linearità e chiarezza di ragionamento che conduce il lettore a comprendere appieno le tante sfaccettature di questo problema, avvolto spesso da contraddizioni o considerazioni fuorvianti.

Raffaele Avagliano è d'altronde giornalista esperto in comunicazione e marketing per il non profit e coordinatore della Dispensa Sociale di Bergamo, progetto di lotta allo spreco alimentare, educazione ambientale e inclusione della cooperativa Namasté. Da anni segue questi ambiti per lavoro e passione e riesce pertanto a darne una convincente visione d’insieme, proponendo chiavi di lettura non scontate e basate su una serie di esperienze, dati e progetti che spaziano in lungo e in largo sul territorio nazionale e non solo. Permettendosi persino - e a ragion veduta - alcune (auto)critiche al Terzo Settore, improntate a far riemergere una volontà di cambiamento sistemico a volte non più presente nelle motivazioni di fondo, accontentandosi di un ruolo di servizio o di svolgimento di attività sì meritevoli, ma non generative di trasformazione sociale.

Ripara i danni altrui e dice pure grazie

Numerose le affermazioni nette e spesso contro intuitive, come il paradosso del non profit che “ripara i danni altrui e dice pure grazie”, riferendosi alle lodevoli azioni che migliaia di volontari attuano ogni giorno per portare cibo che verrebbe sprecato a tante persone e famiglie bisognose.

Un’attività che implica sforzo e coinvolge migliaia di persone per dare un valore a uno spreco alimentare che viene generato da una visione consumistica della produzione e distribuzione di cibo e che costituisce in realtà un doppio danno alla società: un rifiuto che deve essere smaltito e soprattutto uno spreco a monte di risorse, energie, trasporti e lavoro che non viene finalizzato ma buttato. Solo una minuscola parte dello spreco alimentare generato dal nostro sistema produttivistico e distributivo viene recuperato, da cui ne consegue che occorre separare nettamente la lotta alla povertà dalla lotta allo spreco, se vogliamo davvero affrontarlo per quello che lo spreco alimentare è: un problema sociale, ambientale ed economico, di tutta la collettività, non di una parte. Oltre ad essere responsabili di una produzione pari al 8-10% di gas climalteranti, le eccedenze rappresentano logicamente un elemento di scarsa efficienza (economica) del sistema, a danno di tutta la collettività.

Per questo motivo anziché sottolineare le azioni lodevoli di recupero, occorre che sia la politica e necessariamente una cittadinanza consapevole e attiva a intervenire con efficaci politiche antispreco, contro una cultura dello scarto, mettendo in atto iniziative da indirizzare ai giovanissimi ma anche agli adulti, alle aziende, alle istituzioni. Solo così la conoscenza del problema può diventare una leva di trasformazione della società: non basta essere consumatori attenti, occorre diventare cittadini attivi e attivatori di cambiamento, per evitare di “sprecare” le nostre buone intenzioni e rischiare di essere funzionali a un sistema che non funziona.

Diego Moratti

 
Ottobre 2025

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